Elisoccorso, impennata di voli negli ultimi tre anni
Dal 2012 al 2015 c’è stato un aumento del 54%. Solo in agosto 24 partorienti portate da Arco a Trento o Rovereto, 7 in elicottero
TRENTO. L’elisoccorso vola sempre di più sui cieli del Trentino: dai 1.701 interventi del 2012 ai 2.621 interventi del 2015 c’è stato infatti un aumento del 54 per cento. E nel 2016 i 1.283 interventi registrati solo nel corso del primo semestre confermano il volume di attività dell’anno precedente.
I dati sono stati comunicati dall’assessore provinciale alla salute, Luca Zeni, in risposta a un’interrogazione del consigliere Claudio Civettini che chiedeva alla giunta provinciale se fosse in atto una sorta di smantellamento della rete sanitaria e quale fosse il destino dei pazienti (in particolare le partorienti) che hanno paura di volare.
«Non è prevista alcuna destrutturazione della rete sanitaria territoriale - scrive Zeni nella sua risposta - ma un’organizzazione dei servizi al cittadino in modo da offrire la maggiore qualità». L’aumento dei voli - continua Zeni - conferma l’applicazione delle indicazioni provinciali: «L’accesso agli ospedali in caso di emergenza dal 2013 non avviene più per competenza territoriale, ma in base alla capacità dell’ospedale di trattare la specifica patologia di cui è affetto il paziente». Questo significa che in caso di emergenza, quando la situazione lo richiede, interviene direttamente l’elicottero - con l’equipe dell’elisoccorso - per soccorrere il paziente sul posto e portarlo direttamente all’ospedale più adatto per affrontare il problema (quasi sempre si tratta dell’ospedale di Trento).
E le donne partorienti? Secondo l’assessore nel mese di agosto, quando il punto nascite di Arco ha chiuso i battenti, sono state 24 le donne in gravidanza che si sono presentate in situazione di urgenza all’ospedale e che hanno avuto bisogno del trasporto all’ospedale di Trento o di Rovereto. Per 7 di queste donne è stato disposto il trasporto in elicottero all’ospedale di Trento. Questo è avvenuto il 2, 3, 6, 8, 9, 16 e 17 agosto.
Nella risposta all’interrogazione si legge anche che tutti i parti “non fisiologici” (cioè le situazioni che richiedono una maggiore attenzione da parte del personale sanitario) erano già stati accentrati negli ospedali di Trento e Rovereto, “per la loro maggiore capacità di gestire situazioni complesse”.
Infine, per quanto riguarda i pazienti che potrebbero avere paura di affrontare un volo in elicottero, Zeni ha fatto sapere che all’azienda sanitaria non risultano casi di partorienti (l’interrogazione si riferiva a loro in particolare) che abbiamo manifestato contrarietà al trasporto aereo in un altro ospedale.