Ecco la Consulta dell’autonomia 3.0
Presentati i 25 membri dell’organismo che progetterà il nuovo statuto. Il presidente Falcon: «Ma serve anche un senso comune della specialità»
TRENTO. Con tante speranze, molti timori e qualche rammarico è partito ieri il viaggio verso la terza fase dell’autonomia trentina. Le speranze sono quelle affidate ai 25 membri della Consulta per lo statuto speciale per il Trentino Alto Adige che - entro 12 mesi - dovrà elaborare un progetto per il terzo statuto di autonomia. I timori sono quelli per l’autonomia sotto attacco da chi ne è escluso, ma c’è preoccupazione anche per lo scarso attaccamento che dimostrano i trentini per la loro specialità. Uno scarso attaccamento in cui sono maestri - per dirla tutta - gli amministratori trentini che ieri si sono distinti per assenteismo. E il rammarico - infine - è per la partenza solitaria (e ritardata) di Trento, rispetto a Bolzano, che suona come un fallimento rispetto a un percorso che poteva essere comune visto che il punto d’arrivo è lo stesso per le due province. Il Trentino questo l’ha già scritto: siamo come un gruppo litigioso che per fare lo stesso viaggio sale su due pullman diversi.
La nuova Consulta è stata costituita nelle settimane scorse, ma la presentazione ufficiale è avvenuta ieri in sala Depero, in occasione della giornata dell’autonomia: 25 membri in rappresentanza delle istituzioni, delle autonomie locali, dell’università, delle associazioni e delle categorie economiche che dovranno - anche attraverso un confronto partecipato - disegnare la terza fase della nostra autonomia.
Il lavoro comincia il 12 setembre (data della prima convocazione) e la tabella di marcia stabilisce la conclusione di questo percorso entro 360 giorni. Il presidente della Consulta sarà il professor Giandomenico Falcon che - come ha ricordato lui stesso ieri - ha difeso tante volte l’autonomia di fronte alla Corte Costituzionale: «Ma al di là delle norme - ha detto - c’è un problema di senso dell’autonomia che deve essere risolto. Il nostro compito sarà quello di fornire buone idee, mentre il compito di decidere spetterà ad altri, ma sarà compito di tutti i trentini partecipare all’idea di autonomia».
Ad aprire la cerimonia è stato il presidente del consiglio provinciale Bruno Dorigatti che dopo aver ricordato gli sforzi per arrivare ad una Consulta davvero rappresentativa del Trentino e dei trentini ha lanciato l’allarme: «C’è poca consapevolezza della nostra autonomia - ha detto - sia al centro che alla periferia della nostra provincia. Anzi, il problema è maggiore al centro rispetto che in periferia. Ricordiamoci che senza partecipazione non fallisce la Consulta, ma fallisce l’autonomia». E’ stato proprio Dorigatti ad esprimere il rammarico per le strade diverse scelte da Trento (Consulta) e da Bolzano (Convenzione): «Sarebbe stato bello fare assieme il viaggio verso l’autonomia integrale».
Meno pessimista Ugo Rossi che ha ribadito l’unicità del nostro statuto, ha ricordato che su questo è d’accordo pure Kompatscher e ha augurato buon lavoro alla nuova Consulta così: «Servirà la virtù della pazienza per comprendere le ragioni dell’altro, ma anche il coraggio di ribadire il valore della nostra specialità. Il Trentino dovrà avere la capacità di essere speciale, ma inserito nelle prospettive più ampie del mondo globale».
Tra i membri della consulta (di cui pubblichiamo l’elenco a parte) il gruppo più numeroso è quello dei consiglieri provinciali, ma sono molti anche i professori universitari, a partire dal presidente Falcon.
Oggi - nel giorno del 70° anniversario dell’accordo Degasperi Gruber, a cui è dedicata una mostra al palazzo della Provincia - sarà una mattinata di interventi, mentre ieri è stata la giornata delle porte aperte per il palazzo di piazza Dante e per palazzo Trentini, sede del consiglio provinciale. Molti cittadini ne hanno approfittato. Potevano essere più numerosi, ma nessuno ci sperava. Pochi davvero - invece - i consiglieri provinciali (almeno quelli che non erano nominati nella consulta) e rappresentanti dei comuni e delle comunità trentine.