verde pubblico

Ecco la «cittadella verde» sorta a Gardolo

A Melta tre ettari di parco, aree giochi, piste per pattini e skiroll, zone pic nic, un campo da calcio e molto altro. E in primavera aprirà anche un bar ristorante


di Carmine Ragozzino


GARDOLO. Dalla terrazza d’erba e acciaio del futuro risto-bar la sequenza di piante, acqua, aiuole e futuri pergolati è un inno al buongusto verde. Lascia immaginare senza bisogno di sfera premonitrice una prospettiva di sociale della quale una Gardolo sempre più antropizzata vanta forte credito. E forse è perfino riduttivo chiamare semplicemente parco il nuovo, grande, eco polmone di Melta.

Si parla del terzo e ultimo lotto di un’opera partita nel 2000 con la realizzazione di uno spazio verde attrezzato e di un impianto sportivo, (campo di calcio) nascosto da collinette d’erba che declinano con dolcezza. Da inizio settembre Gardolo avrà infatti a disposizione una “cittadella verde” di complessivi undici ettari. Una cittadella in grado di offrire al sobborgo più popoloso e per tanti versi più dimenticato di Trento un luogo di incontro e di svago intergenerazionale, per un tempo libero diurno e serale punteggiato da filò, da reciproche conoscenze tra le innumerevoli etnie e culture che abitano aree sempre più urbanizzate, da giochi e, si spera, da un’animazione non episodica e non casuale.

Verde, laghetti e fontane: ecco il nuovo parco di Melta

Tre ettari con aree pic-nic, un campo da calcio e molti spazi per il gioco di bambini e ragazzi. Leggi l'articolo

L’impatto visivo dello spazio – tre ettari per 4 milioni di spesa - ormai prossimo all’inaugurazione è corroborante. E l’attesa della popolazione per la fruizione della cittadella verde è testimoniata dalla processione che quotidianamente porta a sbirciare dai buchi delle protezioni di un cantiere finalmente concluso. “Avremmo potuto aprirlo subito – spiega Italo Gilmozzi, dinocolato assessore ai lavori pubblici che con la sua aria perennemente assorta ha il pregio raro di non imbrodarsi – ma l’erba è fresca ed è giusto proteggerla”. Appuntamento dunque alla prima domenica di settembre per capire come e quanto sarà “vissuto” un percorso tra quattrocento alberi, una montagna di piante “di territorio”, due laghetti con fontane rinfrescanti e fluorescenti, ponti e passaggi in legno, aree giochi per bambini, una mega scacchiera, una pista zigzagante di un chilometro e mezzo per bici e skiroll, patii, panchine, zone pic nic, eccetera.

I lavori – consegna in 600 giorni sugli 800 fissati come limite d’appalto – sono stati effettuati da due ditte di Lavis (la D.F costruzioni e la Nord Costruzioni). E se l’occhio del profano ha dignità, salta alla vista una puntuale cura dei particolari, una scelta armoniosa dei materiali. Quando poi due responsabili di settore del Comune entrano nei dettagli dell’opera si intuisce che nella realizzazione è stata inserita un’ abbondante dose di passione. Le piante – dice l’architetto Ulricci, che guida la gestione dei parchi – sono un richiamo alle tipicità della nostre caratteristiche naturali, scelte anche in base alla loro gestibilità secondo le diverse collocazioni nell’area. Si è anche effettuata una sperimentazione importante, con un tipo di sementi a basso utilizzo d’acqua che potranno garantire un grosso risparmio nell’irrigazione”. Quanto ai laghetti alti un metro che sono il “must” della cittadella verde, l’architetto Ravelli, edilizia pubblica, focalizza con soddisfazione le risposte a diverse curiosità, prima fra tutte l’alimentazione del bacino idrico su guaine di gomma: arriva dal convogliamento delle acque della vicina galleria di Martignano. Ma Ravelli indica come fondamentale anche la raggiungibilità dell’area, servita da tre parcheggi e due ciclabili e quella nuova, idea felice di Walter Lenzi per la circoscrizione, che parte dalla piscina e finisce praticamente dentro il parco.

Insomma un “disegno” urbano che ha l’ambizione di trasformarsi in un disegno sociale quando dalla prossima primavera sarà attivo il grande bar-ristorante con terrazza per il quale Gilmozzi assicura un bando d’appalto ormai alle porte. E’ una costruzione semplice ma elegante, perfettamente inserita nel contesto. Dovrà diventare – anche negli obiettivi della circoscrizione guidata ora da Ottavio Campestrini – anche un polo di vitalità, di animazione, di iniziative culturali e di intrattenimento”. Manna potenziale in un sobborgo che soffre specie nelle fasce giovanili un’inaccettabile desertificazione aggregativa. Su questo tema anche Gilmozzi, cultore di buona musica al punto da battere il ritmo anche di fronte ad un martello pneumatico, s’illumina. “Eh sì, è una scommessa che dobbiamo assolutamente giocare. Questo spazio non dovrà essere solo un luogo di aperitivi e di ristorazione ma un’occasione di protagonismo per i giovani di Gardolo. E della città”.













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