Droghe leggere, primi tagli di pena

Due le sentenze ridotte dal giudice Ancona dopo l’intervento della Consulta



TRENTO. Arrivano le prime due riduzioni di pena dopo il pronunciamento con cui nel febbraio scorso la Corte Costituzionale ha "bocciato" la legge Fini-Giovanardi che equiparava droghe leggere e pesanti. Carlo Ancona, nelle vesti di giudice dell’esecuzione, ha abbassato una pena da 5 a 3 anni e un’altra da 4 anni e 8 mesi a 4 anni. Si tratta di casi in cui gli imputati non avevano potuto beneficiare della riduzione di pena per la modica quantità: uno di essi, infatti, era stato trovato in possesso di 1 chilo e mezzo di hashish. Ora per lui con ogni probabilità si apriranno subito le porte della prigione e tornerà in libertà. Nella fattispecie si può infatti parlare di pena illegale, poiché il giudice di merito è partito da una pena base, oggi non più contemplata, superiore alla misura massima ora prevista, di 6 anni di reclusione. Altre sentenze analoghe sono attese nei prossimi giorni: i fascicoli di casi simili sono infatti al vaglio dello stesso Ancona.

Nella norma di conversione - aveva detto la Consulta - furono inseriti emendamenti estranei all'oggetto e alle finalità del decreto. Con la decisione rivive la legge Iervolino-Vassalli come modificata dal referendum del 1993, che prevede pene più basse per le droghe leggere. La questione di legittimità della legge è stata sollevata dalla Cassazione per violazione dell'articolo 77 della Costituzione, perché nel 2006 nella legge di conversione del decreto furono inseriti molti emendamenti che, secondo la Suprema Corte, erano estranei all'oggetto e alla finalità del testo di partenza. Le nuove norme in materia di droga, infatti, erano state inserite con un emendamento, in fase di conversione, nel decreto legge sulle Olimpiadi invernali di Torino del 2006. A sollevare la questione di legittimità era stata la terza sezione penale della Cassazione. È stata così cancellata la norma con cui si erano parificate "ai fini sanzionatori" droghe pesanti e leggere: con la Fini-Giovanardi erano infatti state elevate le pene, prima comprese tra due e sei anni, per chi spaccia hashish, prevedendo la reclusione da sei a venti anni con una multa compresa tra i 26mila e i 260mila euro.













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