AGRICOLTURA

Dro, la susina rischia di sparire

Il Comune corre ai ripari con un progetto europeo per salvare il frutto-simbolo della comunità



DRO. La susina di Dro – una delle peculiarità della terra trentina – ha davanti a sé ancora 3-4 anni di vita, poi si dovrà dichiararne ufficialmente la scomparsa. Una perdita incommensurabile per la comunità droata che su questa produzione ha costruito un pezzo importante della propria storia, non solo economica ma anche culturale e urbanistica.

Non si deve essere troppo in là con gli anni per ricordare le campagne piene zeppe di gente impegnata nella raccolta nel mese di agosto, quindi le lunghe file di trattori diretti alla cooperativa e soprattutto lo splendido panorama offerto dai susineti in fiori, a primavera. Ma le susine hanno rappresentato anche una fonte di reddito importante negli anni d'oro della commercializzazione. L'amministrazione comunale, per scongiurare questo destino che sembra ineluttabile, ha deciso di mettere in campo un'iniziativa di grande respiro.

L'obiettivo è dare vita ad un progetto “Leader” promosso e finanziato anche dalla Comunità europea. Si tratta, in buona sostanza, di incentivare lo sviluppo delle zone rurali. Lo si attua attraverso l'attuazione di Piani di Sviluppo Locale a cura dei Gruppi di Azione Locale, i Gal. Lunedì sera, a Dro, si sono poste le basi per l'avvio di un percorso che dovrebbe portare alla creazione di un progetto cofinanziato dall'Unione Europea pensato per ridare impulso alla coltivazione della susina.

Al centro culturale si è svolto il terzo convegno sulla prugna voluto dal Comune ed organizzato dalla Biblioteca. Relatori, oltre al sindaco Vittorio Fravezzi e al dirigente Dino Sommadossi, il presidente della cooperativa Valli del Sarca Rodolfo Brocchetti, il dirigente del Servizio sviluppo rurale della Provincia Alberto Giacomoni e quindi Gerhard Eberhofer, che ha portato l'esempio delle albicocche della Val Venosta, esperienza positiva di salvaguardia e sviluppo di una coltura locale, e Gino Stocchetti, che ha parlato del progetto Leader della Val di Sole. Ma soprattutto hanno preso parte molti addetti ai lavori, tanti operatori del settore, contadini, ristoratori, i rappresentanti dei consorzi, della Cassa Rurale, dell'Agraria di Riva, autorità politiche (l'assessore della Comunità di valle de Guelmi).

«Abbiamo preferito un convegno più aggressivo rispetto alle altre edizioni – ha spiegato il sindaco Vittorio Fravezzi – perché il mondo contadino ci ha chiesto di mettere in campo anche strumenti inediti. Il progetto Leader, sulla falsariga di quanto realizzato in val di Sole, potrebbe essere pronto nel giro di sei mesi, se vi è la volontà di farlo e di mettersi in gioco». In pratica si tratterebbe di coinvolgere il mondo contadino, l'artigianato, gli operatori turistici, le Casse rurali e le amministrazioni dando vita ad un progetto a cavallo fra Dro e la Valle dei Laghi e supportato finanziariamente dalla Comunità Europea che si accollerebbe oltre metà dei 30 milioni di euro di valore complessivo degli interventi di valorizzazione (anche culturale), diffusione e commercializzazione della susina di Dro, come è successo con le albicocche venostane.

Il sindaco ha annunciato l'intenzione di ritrovarsi con Cooperativa e Provincia di Trento per pianificare il da farsi nei prossimi mesi.













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