Dopo migliaia di voli il dottor Nascimbeni mette i piedi a terra
Domani ultimo giorno di lavoro per il medico tra i promotori dell’elisoccorso: «Eravamo dei pionieri, ora siamo un’élite»
TRENTO. Domani, venerdì 26, sarà l’ultima notte di servizio sugli elicotteri del soccorso sanitario provinciale. Dopo 37 anni in aria Massimo Nascimbeni mette i piedi a terra e va in pensione. Trentino doc (figlio di Umbertino, titolare a suo tempo dell’Elettrocommerciale, storico negozio di musica del centro), medico chirurgo specializzato in anestesia e rianimazione all’università statale di Milano, dirigente di terapia intensiva 1 all’ospedale S.Chiara è stato uno dei promotori, nel 1979, dell’elisoccorso in provincia di Trento insieme ad Andrea Busetti e Maurizio Bellutti.
Ieri è smontato dal turno di mattina presto. E durante la scorsa notte sono stati diversi gli interventi perché ormai l’elicottero, dopo la soppressione dei punti di nascita nelle valli, non vola solo in montagna, non atterra unicamente in strada nelle vicinanze degli incidenti ma si occupa anche delle puerpere da portare al S.Chiara. «Eravamo dei pionieri – riflette Nascimbeni – E da allora ho fatto, con tutti gli altri miei colleghi, migliaia e migliaia di voli. All’inizio non si era ancora ben strutturati, il servizio non faceva parte del soccorso. Furono più che altro dei tentativi, quando al nucleo elicotteri c’erano Giuseppe Simonetti e Gianni Moiola. Andavamo da Trento verso qualche rifugio oppure si volava per trasferimenti a Verona di pazienti con casi importanti. In seguito, quando la Provincia comprò il Dauphin, nei primi anni Novanta, le cose sono cambiate, il vero salto in avanti è stato quello».
Migliaia e migliaia di voli. C’è stato qualche momento difficile?
Certo, me ne viene in mente uno. Difficile dimenticarselo.
Quale?
Un soccorso sul Vioz, nel ‘99. Lì, in quel momento, ho avuto veramente paura. Eravamo intervenuti per un malore di un signore, tra l’altro era un ex funzionario provinciale. L’abbiamo recuperato con il verricello e, ad un certo punto, c’è stata un’avaria al motore. Io ero imbragato con il paziente, nel vuoto. Simonetti, il pilota, è riuscito a “tenere” l’elicottero fino a tanto da permettermi di mettere i piedi a terra grazie all’aiuto di Piergiorgio Vidi che mi ha sganciato. Un attimo dopo l’elicottero è caduto e si è portato dietro il paziente. Fortuna ha voluto che si sia salvato, un mese e mezzo di coma e poi ha riaperto gli occhi. E così abbiamo avuto modo, io e Simonetti, poi, di raccontargli quello che era successo. Ce ne sono stati anche altri di momenti difficili ma la pellaccia l’ho sempre portata a casa.
Insomma, sicuri al cento per cento non si è mai.
Cosa vuole, può capitare di trovarsi in difficoltà. Però è da sottolineare che il sistema è ben regolato. Tutti quelli che lavorano nel settore sono affidabili ed è da ricordare che, nel corso degli anni, il nucleo elicotteri non ha mai patito incidenti fatali. Purtroppo, altri elisoccorsi hanno registrato diversi morti. In Trentino si vola tanto e le macchine sono assolutamente controllate, i meccanici sono a bordo con noi. E il fatto che la Provincia sia proprietaria dei mezzi rappresenta la formula vincente. E’ un gioiello, se il servizio continuiamo a tenerlo così.
Nel tempo l’elisoccorso è cambiato molto.
In modo esponenziale. La politica ha creduto in questo servizio, l’allora governatore Dellai ha dato l’impronta. Sono stati investiti un sacco di soldi ma mi pare proprio che il sistema stia facendo anche più del suo dovere. In molti ci invidiano.
E adesso?
Sono stati anni meravigliosi. Adesso mi prendo una lunga vacanza. Poi si vedrà. Magari l’esperienza maturata grazie anche alla conoscenza di tante persone che mi hanno insegnato molto, e ringrazio, potrà servire per la formazione di altri soccorritori.