Dominici «rottamata» dalla val di Non

Il coordinamento la lascia fuori e punta al ricambio. La consigliera: «Ho altre offerte». Upt, prende quota Passamani


di Chiara Bert


TRENTO. Caterina Dominici «rottamata» dalla val di Non, la sua val di Non, in nome del rinnovamento del Patt. «La decisione spetta al territorio», aveva detto serafico qualche giorno fa il segretario del Patt Franco Panizza, che presiede la commissione elettorale, rispondendo alle critiche della consigliera Dominici. E il territorio ha deciso: martedì sera nel coordinamento di valle, che rappresenta le sei sezioni, la discussione è stata lunga e animata e si è conclusa con un’indicazione chiara: ricambio. No a Dominici, consigliera uscente, pasionaria del Patt e forte di un pacchetto di 3392 voti che nel 2008 la riportarono in consiglio (dove siede da 9 anni) tallonando Ugo Rossi. Il coordinamento ha indicato tre nomi nuovi, tutti uomini: Andrea Paternoster, consigliere comunale e presidente dell’Apt e del Consorzio Cles iniziative, già candidato alle provinciali 2008 (incassò 1393 preferenze); Marcello Bonadiman, 51 anni, sindaco di Sanzeno e direttore dell’Associazione contadini, uomo di fede autonomista; Lorenzo Ossanna, assessore della Comunità di valle, avvicinatosi tre anni fa alla politica e considerato uno dei volti nuovi del Patt.

Il coordinamento si è espresso all’unanimità, e dopo un lungo dibattito anche i presidenti delle sezioni della media e alta val di Non (che nei giorni scorsi si erano espresse, con un solo contrario, per la ricandidatura di Dominici) hanno abbandonato la presa e si sono accodati agli altri. Il finale è quello detto: nella terna entra Bonadiman, l’altro candidato della media e alta valle, e poi Ossanna e Paternoster, i due uomini molto vicini al segretario Panizza. Caterina Dominici è fuori, a meno di improbabili ripescaggi della commissione elettorale che si riunirà venerdì e sabato presenterà la proposta di lista al consiglio del partito. «Ci siamo confrontati e ci siamo espressi a favore di un ricambio pur sottolineando il grosso lavoro fatto in questi anni per il partito da Caterina Dominici. Speriamo che resti nel partito impegnandosi su altri fronti», spiega il presidente del coordinamento della val di non Salvatore Ghirardini. «Con i nomi che abbiamo proposto cerchiamo di costruire il futuro del Patt, erano anni che non vedevo un dibattito così maturo».

La reazione della consigliera, che già nei giorni scorsi era insorta di fronte all’ipotesi di siluramento, non si fa attendere. «Il segretario abbia il coraggio di dire che mi lascia fuori», aveva attaccato. E ieri, tra l’amarezza e la rabbia, ha commentato: «Sono scomoda, vogliono gente che alza la mano. Evidentemente c’è chi è riuscito a far pesare la sua influenza sul territorio». E adesso? La consigliera pare tutt’altro che intenzionata a farsi da parte e potrebbe ricandidarsi in una lista fuori dal centrosinistra autonomista. «Deciderò il da farsi», dice, «ho ricevuto quattro proposte. Come faccio a buttare tanti voti e tradire tanta gente?». Esattamente l’esito paventato nei giorni scorsi dall’onorevole Mauro Ottobre, che aveva avvertito i dirigenti: «Lasciare Caterina fuori dalla lista sarebbe sciagurato». A sostegno di Dominici scendono in campo anche le donne del Patt, che chiedono un’adeguata rappresentanza in lista. Il direttivo del movimento chiede «che sia garantita la presenza in lista almeno della consigliera uscente e presidente del Movimento, Dominici, come rappresentante dell'organismo di raccolta delle tesserate e simpatizzanti del Patt». Sul fronte Upt in alta Valsugana prende quota la candidatura del sindaco di Levico Gianpiero Passamani. A chiedergli di candidarsi, nei giorni scorsi, era stato il coordinamento di Levico. Lui per ora non si sbilancia, ma il suo nome martedì è stato indicato anche dal coordinamento di Pergine. Con l’uscita di scena di Renzo Anderle, consigliere uscente, sembra arrivata l’ora di Passamani. In val di Sole il coordinamento ha ufficializzato la candidatura di Angelo Dalpez, sindaco di Peio. Nel Pd è invece certo che non si candiderà il sindaco di Riva del Garda Adalberto Mosaner: il nome forte dell’Alto Garda è Roberto Pellegrini, presidente di Riva Fiere& Congressi.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano

Podcast

Il Trentino nella Grande Guerra: gli sfollati trentini spediti in Alta Austria

Venezia e Ancona vengono bombardate dal cielo e dal mare. A Trento viene dato l’ordine di abbandonare il raggio della Regia fortezza, con i treni: tutti gli abitanti di S. Maria Maggiore devono partire. Lo stesso vale per Piedicastello e Vela, così come per la parrocchia Duomo. Ciascuno può portare con sé cibo e vetiti per 18 kg. Tutto il resto viene lasciato indietro: case, bestiame, attrezzi, tutto. Gli sfollati vengono mandati in Alta Austria. Rimarranno nelle baracche per 4 lunghi anni.