Difende i galli cedroni: biologo minacciato con un proiettile
Atto intimidatorio. Luca Rotelli l’ha trovato al rientro da una ricognizione al Parco di Paneveggio Immediata la denuncia ai Carabinieri di Primiero-San Martino. La solidarietà del direttore Ducoli
Trento. Più che una sorpresa, un messaggio intimidatorio in perfetto stile mafioso. Un proiettile Remington Magnum da 7 millimetri lasciato in bella vista sul tetto della macchina di qualcuno, non lascia spazio a molte interpretazioni. A trovarlo martedì pomeriggio sul tetto della propria vettura parcheggiata sulla strada forestale di Pian del Termen, al confine del Parco Naturale di Paneveggio-Pale di San Martino, è stato il biologo Luca Rotelli, che da anni segue la popolazione di gallo cedrone in quell’area e che ieri era tornato alla macchina dopo una lunga ricognizione in zona nell’ambito di un progetto provinciale di ricerca sulla specie.
«Mi si è raggelato il sangue, devo essere sincero - racconra Rotelli - Sono stato via grosso modo 6 ore, dalle 8 del mattino alle 14 e 30. A quell’ora il proiettile era lì, in bella vista. Non riesco ad immaginare che uno possa fare una cosa del genere. Io, per il tipo di lavoro che faccio, sono in giro quasi sempre da solo, ovvio che la cosa mi colpisca. Mi chiedo perché. A chi può calpestare i piedi un faunista? L’unica risposta che trovo mi riporta alla vicenda del maggio scorso, alla polemica sulla costruzione della strada forestale tra malga Crel e malga Scanaiol, poi bloccata dalla Provincia proprio per la presenza di una importantissima arena di gallo cedrone. In quell’occasione avevo espresso in diverse interviste tutta la mia soddisfazione di biologo per questa decisione, sottolineando la necessità di prendere provvedimenti concreti a difesa della specie, tanto più dentro un’area protetta».
Comunque sia, Rotelli non ha perso tempo e già martedì pomeriggio ha sporto denuncia contro ignoti alla stazione dei Carabinieri di Primiero-San Martino. Un proiettile di quel tipo è utilizzato per la caccia al cervo e sarebbe stato forse possibile e stringere il cerchio dei sospetti se si fosse trattato di una normale giornata di caccia. Il martedì e il giovedì però sono giornate di silenzio venatorio, dunque è verosimile che il colpevole sia passato di là, probabilmente in macchina, lasciando il “regalino” senza lasciare tracce amministrative della propria presenza in zona. Difficile quindi che si arrivi all’individuazione del colpevole.
La vicenda è ovviamente arrivata anche alle orecchie del direttore del Parco naturale di Paneveggio-Pale di San Martino.
«Una cosa fuori da ogni logica - afferma Vittorio Ducoli - Esprimo la massima solidarietà, mia e del presidente del Parco, a Luca Rotelli , tanto sul piano umano quanto sul piano professionale. Voglio augurarmi che si tratti solo della lugubre bravata di qualche buontempone, chiamiamolo eufemisticamente così, anche se mi rendo conto che si tratta di un atto di intimidazione pesante, poco usuale per il Trentino. Non posso e non voglio credere che si tratti di un gesto legato alla vicenda del maggio scorso, quella della strada, perchè sarebbe davvero grave. Ogni discussione, per quanto aspra, può e deve essere ricondotta nell’alveo di un confronto civile».