Dalai Lama a Trento, ma Palazzo Thun nega la cittadinanza

La proposta lascia tiepidi i capigruppo in consiglio comunale. Il presidente Pegoretti: senza condivisione non si va in aula


di Luca Marognoli


TRENTO. Dopo Milano anche Trento “nega” la cittadinanza onoraria al Dalai Lama. Ma se il capoluogo lombardo, con la “benedizione” del sindaco Giuliano Pisapia, era pronto nel giugno scorso ad attribuire l'onorificenza alla massima autorità politica e religiosa del Tibet e ci aveva ripensato solo in un secondo momento, sospendendo la delibera per timore che la Cina boicottasse Expo 2015, Palazzo Thun sembra intenzionato invece a mettere le mani avanti, declinando subito l'offerta per evitare imbarazzanti scivoloni in aula.

La proposta, avanzata dalla referente dell'associazione Italia – Tibet di Trento Luciana Chini che ospiterà a Trento l'11 aprile Tenzin Gyatso (questo il nome del Dalai Lama), è stata infatti accolta dai capigruppo in consiglio comunale in modo tiepido. Troppo, secondo il presidente del consiglio Renato Pegoretti. Che è pessimista: «La reazione è stata variegata», dice. «Non c'è stata la condivisione totale che io ritengo necessaria in un caso come questo. Per questo ho detto ai capigruppo che se permangono queste remore non porteremo la proposta in consiglio, anche per evitare che accada qui quello che è successo a Milano».

Le remore non mettono in discussione la figura e il ruolo del Dalai Lama, che è “amico” del Trentino, dove è già venuto tre volte, l'ultima nel 2009. «Il regolamento comunale prevede che ci sia un rapporto particolare tra il personaggio e la città, mentre nel nostro caso il conferimento avrebbe dovuto basarsi solo sullo spessore della sua figura», spiega il presidente del consiglio. «Inoltre sono richiesti i quattro quinti dell'assemblea. Visto che la cittadinanza non l'abbiamo mai data a nessuno finora è meglio soprassedere. Non mi sembra che il clima sia il più propizio, almeno in questo momento. Si è ragionato invece su un riconoscimento diverso, che potrà essere consegnato al Dalai Lama dal sindaco il giorno della visita».

La partita non è definitivamente chiusa, visto che i capigruppo si sono impegnati a consultare i consiglieri e tornare tra due settimane con una risposta definitiva. Tuttavia non sembrano esserci i presupposti per trovare una larga intesa.

La visita del Dalai Lama è stata confermata nei giorni scorsi, ma il programma è ancora in fase di definizione. Con ogni probabilità il mattino sarà dedicato agli incontri istituzionali, mentre nel pomeriggio potrebbe esserci un momento pubblico aperto alla cittadinanza.

Il premio Nobel per la pace 1989 era stato a Trento per la prima volta dal 27 al 29 giugno 2011, la seconda il primo agosto 2005, quando aveva pronunciato un discorso in consiglio regionale e aveva tenuto un incontro pubblico, e infine il 17 novembre 2009, per il convegno “Le autonomia per il Tibet”, con tavola rotonda conclusiva.

L’attribuzione della cittadinanza onoraria di Trento, dopo quelle assegnategli da Roma e Venezia, potrebbe costituire il degno coronamento di un rapporto di reciproca stima che si è instaurato e consolidato nell’ultimo decennio fra il Trentino e il leader tibetano in esilio. Anche per questo l’ufficio di presidenza di Palazzo Thun, ricevuta la proposta indirizzata da Luciana Chini al sindaco Alessandro Andreatta e allo stesso Pegoretti, l’aveva accolta di buon grado, ritenendo forse che la conferenza dei capigruppo avrebbe fatto altrettanto. Ma così non è stato.

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