Crematorio, un Tavolo per stilare la “Carta etica”
Dopo l’ok al progetto andranno definite le “regole” d’accesso per i diversi culti. Quando nel 2015 il tempio entrerà a regime, la stima è di sei cremazioni al giorno
TRENTO. Non lo si vedrà prima di tre anni, perché prima del 2014 i lavori non partiranno. Inoltre non è chiaro se il Comune procederà a un’asta per la progettazione definitiva o se preferirà invece approntarla “in house”, con i propri tecnici. Ma se per il tempio crematorio i tempi sono ancora lunghi, il passaggio dell’altra sera in consiglio comunale (dove il preliminare è stato approvato a larga maggioranza) è di quelli decisivi. Benché l’iter, già travagliato, non possa dirsi ancora al sicuro da ogni sorpresa: è facile prevedere infatti che nei prossimi mesi riprenderà vigore la protesta di chi, vicino alle proprie case, il crematorio proprio non lo vuole. È il caso dei residenti di via Taramelli, nei cui pressi si trova l’area all’interno del cimitero cittadino di via Giusti che dovrebbe ospitarlo. Non è detto insomma che la vicenda, già segnata dalla contestata localizzazione della struttura a Ravina e da uno scontro di ricorsi e controricorsi davanti ai giudici amministrativi, sia davvero conclusa.
Comunque vada, ieri l’ok del consiglio è stata accolta con grande soddisfazione dalla Socrem, l’Associazione tridentina per la cremazione che in Trentino conta 7.500 iscritti, e dal suo presidente Carlo Cristellotti (vedi riquadro a fianco), che peraltro parla di «primo gradino» di un percorso ancora in buona parte da costruire. E che dovrebbe prevedere la costituzione di un Tavolo di concertazione nell’ambito del quale definire il consenso più ampio possibile attorno al progetto. Ma soprattutto, a cui affidare il compito di stilare una “Carta etica” sui comportamenti che dovranno disciplinare i procedimenti relativi alla cremazione, alla ritualità delle inumazioni e al culto dei defunti. Questo l’auspicio della Socrem, che ne ha suggerito formalmente la creazione all’assessore competente Renato Tomasi, il quale a sua volta dovrebbe a breve chiamare a far parte dell’organismo rappresentanti della società civile e, in particolare dei culti presenti in Trentino che nelle proprie tradizioni prevedono la cremazione. Il tempio infatti consentirà a fedeli di religioni diverse di accedere agli spazi del cimitero, che dovrà quindi offrire servizi al passo con una società sempre più multiculturale e multireligiosa.
L’esperienza di città vicine a Trento indica che, con la realizzazone del tempio, il 40% “fisiologico” dei cittadini già favorevole alla cremazione è destinato inevitabilmente a salire: a Bolzano, ad esempio, tale pratica è ora scelta già dal 60% dei residenti. Per Trento in futuro vorrà dire circa sei cremazioni al giorno.©RIPRODUZIONE RISERVATA