Crac Aeroterminal: contratto finto per tappare il buco
La testimonianza dell'avvocato inguaia Bertoli. Il silenzio degli altri testi
TRENTO. Nuova sfilata di testi della difesa ieri mattina in tribunale per il procedimento contro i fratelli Ugo e Arrigo Poletti sul crac Aeroterminal. Pochi hanno però parlato. Loris Todesco, direttore della società fino al 2006, Enzo Pezzi e Luca Galassi, rispettivamente presidente e membro del collegio dei revisori dei conti, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Una scelta dettata anche dal fatto che tutti e tre sono indagati nell'ambito della stessa inchiesta. Chi ha parlato, invece, è stato Andrea Girardi, l'avvocato che aveva un ruolo di consulente per i Poletti per quanto riguarda in particolare la questione Tronchetto. E in aula le sue parole hanno riguardato soprattutto il buco da quasi 50 milioni di euro. Un buco a fronte del quale (siamo nel 2007) il collegio sindacala si rifiuta di formare il bilancio. E chiede - è il legale ha spiegarlo - di aveva una pezza d'appoggio per giustificare la mancanza di così tanti soldi. Sempre secondo il racconto, i Poletti oppongono qualche resistenza a questa soluzione ma alla fine chiedono a Girardi di stendere un preliminare di vendita in base al quale la società V Quattro (sempre facente capo ai due fratelli della val di Non) vendeva il Tronchetto al Aeroterminal per 50 milioni di euro. Atto che bisognava retrodatare al 2006. Insomma una vendita fittizia che giustificasse l'assenza di quel denaro dalle casse della società. Girardi ha spiegato di essersi opposto ad una soluzione simile ma di ricevere pressioni anche da Bertoli perché quel pezzo di carta fosse fatto. Il legale avrebbe così predisposto un fac simile del preliminare che ha quindi spedito a Bertoli via fax. Lo ha fatto per avere una ricevuta che testimoniasse che quel documento era stato spedito nel 2007 e non nel 2006. Di quel documento l'avvocato ha poi spiegato di non essersene più occupato ma di aver visto, in un secondo momento, le firme in calce dei fratelli Poletti. Dunque sembrerebbe che tutti sapessero quello che stava succedendo, del buco e del modo fittizio in cui si era cercato di «nasconderlo». Fatto sta che alla fine il collegio sindacale appose la sua firma in calce al bilancio del 2006.
Sono già stata fissate le udienze per la prossima settimana durante le quali saranno ascoltati i consulenti e quindi gli uomini della guardia di finanza di Venezia che si sono occupati della vicenda. Invece la sentenza è previsto che dovrebbe arrivare per la seconda settimana del mese prossimo.
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