Covid, ora scoppia la guerra sui dati: il Trentino nel mirino per i test rapidi 

Lo scontro. Zaia (Veneto) scrive a Roma: «Noi confermiamo tutti i tamponi antigenici, per fare confronti tra Regioni servono numeri omogenei» Fugatti replica: «Seguiamo le direttive del ministero, salute pubblica rispettata». Ma intanto la provincia di Trento ha più decessi dell’Alto Adige


Andrea Selva


Trento. Alla fine la polemica sui tamponi rapidi e sugli effettivi contagiati dal Covid in Trentino ha assunto dimensioni nazionali. Con il governatore del Veneto, Luca Zaia, che ha scritto al ministero della salute per chiedere che i dati epidemiologici delle regioni siano realmente omogenei, standardizzati e quindi confrontabili. E con il quotidiano romano “Il Messaggero” che - citando i dati dell’ex rettore dell’università di Trento, Davide Bassi - ha pubblicato in prima pagina sull’edizione di ieri un titolo decisamente scomodo per la Provincia autonoma di Trento: «Tamponi fantasma, Trento nascose i livelli del contagio». Un titolo che ha provocato la reazione (pacata) del governatore Fugatti: «Chi l’ha scritto se ne assumerà le responsabilità, ora vediamo se il governo di Roma avrà qualcosa da dire su come raccogliamo e comunichiamo i dati dell’epidemia in Trentino perché finora - ha chiarito Fugatti - nessuno ha avuto nulla da ridire».

L’oggetto del contendere

La questione in realtà va molto al di là dei numeri, perché è in base ai numeri che vengono decise (a Roma) le misure di prevenzione necessarie. E il Veneto - come ha chiarito venerdì mattina nella consueta conferenza stampa quotidiana il governatore Zaia - non ci sta a rischiare la bocciatura quando invece (dice Zaia) è all’avanguardia nella lotta contro il virus: «Non perché siamo dei guastafeste - ha detto Zaia, riferendosi alla lettera invita a Roma - ma vorremmo avere in mano un quadro generale e uniformato dei dati delle regioni italiane. Non vogliamo dati assoluti, ma rapportati alla popolazione perché sono questi che contano, come sanno tutti quelli che conoscono la statistica».

I tamponi rapidi

Zaia è entrato anche nel merito dei tamponi rapidi, cioè il punto in cui il Trentino è accusato di usare un metodo di conteggio “più conveniente”: «Noi in Veneto sottoponiamo tutti i tamponi rapidi alla conferma del test molecolare e inoltre facciamo i test a tutti i contatti stretti dei positivi, aspetti che magari in altre regioni sono interpretati in maniera diversa. Qui non voglio criticare le altre regioni, perché ognuno sceglie il piano sanitario che ritiene, ma quando facciamo i confronti i dati devono essere omogenei. Non si può paragonare una Ferrari a una Cinquecento». Sul fronte dei tamponi rapidi in Trentino le procedure sono diverse: una persona che risulti positiva al tampone rapido viene posta in isolamento e solo dopo 10 giorni viene sottoposta al tampone molecolare di conferma. E se nel frattempo il paziente risulta negativo? Ecco il punto. E forse la spiegazione dell’enorme differenza tra le persone “attualmente positive” in provincia di Trento (circa 2.500) e in provincia di Bolzano dove sono quattro volte superiori (oltre 10 mila) dopo che a inizio novembre la differenza era “solo” del doppio. Insomma la domanda è questa: il Trentino (dove ci sono più morti di Bolzano) si è meritato la promozione in zona gialla mentre l’Alto Adige si rinchiudeva in zona rossa? la sottovalutazione dei dati di cui viene accusata la Provincia di Trento ha provocato conseguenze per i suoi abitanti?

La replica di Fugatti

«Noi ci stiamo muovendo sulla base di quanto ci sta chiedendo il ministero della salute che fino a 10-15 giorni fa non aveva chiesto i dati dei tamponi rapidi antigenici» ha detto Fugatti. Il governatore ha aperto la conferenza stampa quotidiana comunicato nel dettaglio i dati dei tamponi rapidi ma ha aggiunto: «Non c’è ancora una definizione delle autorità internazionali sugli antigenici. Noi abbiamo fornito i numeri quando ce li hanno chiesti, ma vediamo che ancora non vengono considerati» ha detto ancora Fugatti. Quanto alla conferma dei test rapidi con quelli molecolari il governatore ha sostenuto che il Trentino “si muove sulla base di quanto disposto dal ministero della salute con una circolare di ottobre che stabilisce che il test di conferma, in caso di pazienti sintomatici, vada fatto entro dieci giorni e questo è quello che noi stiamo facendo”. «Le regioni – ha detto ancora Fugatti - si muovono un po’ come ritengono, ma di certo c’è che in Trentino quando un paziente risulta positivo al test rapido viene isolato e quindi vengono rispettate le esigenze di salute pubblica». E poi l’attacco al Messaggero di Roma: «Il fatto che un giornale nazionale abbia parlato di questo mettendo in cattiva luce il Trentino (e chi lo ha fatto se ne assumerà le responsabilità) ci consentirà di capire se le autorità competenti hanno qualcosa da ridire: finora questo non è avvenuto».

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