Corradi alle strette in aula: «Mi sono sbagliato»

Il sindaco messo alle corde anche dai consiglieri della sua maggioranza ammette gli errori nei rimborsi chiesti per le trasferte a Roncegno e Trento


di Roberto Gerola


PERGINE. Si è difeso, ha attaccato, ma non si è giustificato più di tanto. Solo un «mi sono sbagliato». Riservandosi tuttavia di chiarire i rimborsi entro i termini previsti dalla legge. Ed è finita che, come in una partita poker, il “rilancio” da parte delle opposizioni è stato “visto” dalla maggioranza che non lo ha assecondato per la seconda volta e le minoranze hanno abbandonato l’aula.

Silvano Corradi, a tratti visibilmente in difficoltà, ma sempre fermo sull’impegno di chiarire le trasferte, ha ottenuto la fiducia dei “suoi” (quantomeno temporanea) pur alla presenza dell’impegno di dover appunto giustificare il tutto. La strategia delle opposizioni (con Nicola Degaudenz tutto sommato “mattatore” della serata) ha retto fino all’ultimo. Fino a quando, in sostanza, Giancarlo Conci (capogruppo del Patt) ha chiesto di poter sospendere la seduta per dar modo alla maggioranza di confrontarsi sul secondo ordine del giorno, quello relativo al “rilancio”.

L’argomento per altro molto delicato, tanto da non dare certezze sull’esito della serata, era iniziato con la risposta del sindaco Corradi all’interrogazione di Sergio Paoli e Civica su cinque rimborsi. Corradi ha risposto di non essere in grado di dare una risposta in così pochi giorni in quanto era in difficoltà nel reperire la documentazione relativa a trasferte che risalivano a mesi addietro. Avrebbe comunque risposto entro i termini. La risposta la consegnava a mano ai capogruppo e poi ne dava lettura. Scontata la totale insoddisfazione da parte degli interroganti che hanno attaccato il sindaco. «Molti dubbi sorgono - è stato detto soprattutto da parte di Sergio Paoli - perché non c’è chiarezza. Sono pronto ad andare a Lourdes per penitenza, se mi sbaglio, ma occorre dare risposte ai cittadini, più che a me». Degaudenz (Alternativa) aveva presentato (per la verità in apertura dei lavori) un ordine del giorno. Si impegnava il sindaco a rispondere subito e quindi giustificare all’istante altri 7 rimborsi. L’ordine del giorno messo in votazione (a scheda segreta) trovava appoggio palese da parte di Renato Nisco (ex Upt), ma anche del Pd. Appunto a scheda segreta, l’ammissibilità alla discussione dell’ordine del giorno veniva approvata con 22 voti su 29. Il testo votato per essere discusso era stato emendato nel senso che da 7 erano calati a 2 i rimborsi sui quali di chiedevano delucidazione: solo i rimborsi per una sfilata degli alpini a Roncegno (ma era a Roncogno) e a un concerto del coro genzianella a Trento (ma era a Pergine): «Due errori miei», ha ammesso il sindaco giustificandosi.

A questo punto il “rilancio”: nuovo ordine del giorno con le richieste di altri 5 chiarimenti. E’ stato nel corso di questa illustrazione che Daniela Casagrande (Civica) ha gran voce ha chiesto le dimissioni del sindaco, poi appoggiate da Degaudenz. Ma come si è detto, il “rilancio” è stato “visto” e bocciato: 13 contrari, 11 favorevoli e 5 astenuti.

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