Contro le tasse troppo alte, 428 firme
San Lorenzo in Banale, i residenti contro il sindaco: «L’Imu su prime e seconde case va abbassata, aree sature da rivedere»
SAN LORENZO IN BANALE. Passi il carico di imposte a livello nazionale troppo oneroso per tutti. Ma che a calcare la mano sulle tasche dei cittadini sia l’amministrazione comunale con cui vivi gomito a gomito, questo 428 abitanti di San Lorenzo in Banale non riescono proprio a digerirlo.
I tempi sono grami e molte famiglie arrivano a fatica a fine mese. Ed ecco che una vasta fetta di popolazione si ribella contro tassazioni comunali, a loro avviso, “inique”. Ce l’hanno con la giunta Rigotti che, a sentirli, li sta spremendo come limoni, tra l’altro, non controbilanciata dalla minoranza. E con tre consiglieri che hanno dato forfait. Contestano Ici, Imu e Aree Sature, di cui chiedono una riduzione. Almeno del 25/30%. Un argomento di grande attualità, quello sollevato a san Lorenzo: il carico fiscale troppo oneroso dei comuni, obbligati per far quadrare i bilanci, a usare la mano pesante contro i loro concittadini. E che in quel centro del Banale - 7 o 8 complessi alberghieri e molte altre piccole attività - la misura sia colma, lo dimostra che più di un terzo dei 1.200 abitanti, non ci ha pensato due volte a sottoscrivere il documento consegnato ieri al sindaco. A capitanare la contestazione uno che, di amministrazione se ne intende: l’ex sindaco “comunista” Walter Berghi, primo cittadino di San Lorenzo, per 20 anni (1986-2005). Con lui i firmatari Elio Flori, Miriam Sottovia (ex vicesindaco) e Nico Bosetti. Hanno protocollato le istanze alla giunta, con in calce più di 400 nomi. Che cosa dice in sostanza il documento? «Che si tratti di prima casa, di seconda abitazione, di strutture produttive o di aree edificabili – hanno scritto - le aliquote sono eccessivamente onerose». «Sulle prime – dicono - nessuna riduzione, a diversità di altri comuni trentini, rispetto all’aliquota base. Mentre le seconde, prevalentemente di proprietà di cittadini di S. Lorenzo, hanno redditività diverse per esempio da città come Trento o altre località turistiche». In più – aggiungono - le strutture produttive sono il supporto di aziende che stanno vivendo un periodo di difficile congiuntura economica. Per questo sarebbe opportuno che l’amministrazione rivedesse la tassazioni a livelli più sostenibili».
Un capitolo a parte viene dedicato alle Aree sature. Per cui il Prg comunale non prevede autonoma capacità edificatoria. Ma che, anche su suggerimento della Provincia, vengono qualificate come “edificabili e soggette ad imposta”. Imposte onerose – per i sottoscrittori – che, in alcuni casi, sono un balzello inaccettabile. Senza che i proprietari riescano né a utilizzare i volumi o i lotti, né a venderli, in quanto privi di reale valore di mercato. «Come – hanno detto – l’area vicina alla caserma dei Pompieri». Su questo punto Berghi e compagni si rifanno ad autorevoli pareri di comuni come Arco e Pergine. Perfettamente allineati sulle loro posizioni: si chiede la revoca della delibera 140 che ha introdotto l’imposta.