Consiglio, giro di vite su cellulari e accessi alla buvette

Troppi consiglieri al telefono, scatta la linea dura di Dorigatti E dopo i video Patt, in aula foto e riprese solo a inizio seduta



TRENTO. Nuove regole in aula, ma questa volta non siamo a scuola ma in consiglio provinciale. E nel mirino non ci sono gli studenti ma i consiglieri. Anche loro incapaci di staccarsi dai cellulari durante le sedute. Quasi sempre (parlano le foto) con gli auricolari alle orecchie.

Per alcuni si tratta di telefonate occasionali, per altri le sedute di consiglio diventano spesso un’occasione - quando l’argomento non è considerato rilevante - per smaltire le chiamate. Diversi consiglieri si sono lamentati del disturbo che altri colleghi causano durante i dibattiti, mentre c’è chi prova a concentrarsi sul proprio intervento.

Il tema è stato affrontato ieri dalla conferenza dei capigruppo, che ha dato mandato al presidente Bruno Dorigatti di adottare una linea dura: niente uso di cellulari in aula, se il consigliere al telefono arrecherà disturbo, il presidente sarà autorizzato a suonare il campanello e invitarlo ad uscire. In fondo non si tratta di una regola così severa: i consiglieri potranno serenamente continuare a comunicare con l’esterno via sms e whatsapp.

Non è quella sui cellulari l’unica novità che scatterà con le prossime sedute d’aula. Un’altra stretta arriverà sugli accessi alla buvette, che in certe giornate si trasforma - la definizione è di un consigliere - «in un vero porto di mare». Al bar interno del consiglio diventa il luogo ideale dove assessori e consiglieri incontrano i loro collaboratori ma soprattutto dove possono ricevere persone (in qualche caso gruppetti) che arrivano approfittando delle lunghe giornate d’aula. Per molti il passaggio al bar diventa un passaggio obbligato, dove scambiare due chiacchiere in attesa che l’assessore o il consigliere di turno si liberi.

Troppa gente, hanno convenuto i capigruppo. E così, per evitare questo via vai, sarà chiesto agli usceri di essere più rigidi nel selezionare gli accessi e di chiedere un documento prima di consentire di entrare nell’anticamera del consiglio: il bar diventerà un luogo più off limits, e il messaggio ai consiglieri è chiaro, chi vorrà ricevere persone lo faccia in luoghi dedicati.

Il secondo punto all’ordine del giorno della conferenza dei capigruppo di ieri non riguardava in realtà né cellulari né buvette, bensì le modalità di accesso all’aula di operatori televisivi e fotografi, ai sensi del regolamento per l'accesso all'aula consiliare, alla sala antistante, alle tribune e sul comportamento del pubblico. Il problema è nato a dicembre, nelle giornate di consiglio sulla legge finanziaria, quando in aula è stata fatta notare la presenza di un operatore che girava un filmato durante gli interventi dei consiglieri del Patt, un incarico affidato dal gruppo per utilizzare il materiale girato per la propria comunicazione politica sui social network. «Significa che ciascuno di noi può chiamare i propri collaboratori a girare riprese?», era stata la frecciata di Claudio Civettini. Civica Trentina ha chiesto la linea dura e ha trovato d’accordo anche il Pd. Ieri i capigruppo e Dorigatti hanno concordato il giro di vite: fotografi e operatori potranno entrare nell’emiciclo, purché accreditati, ma solo a inizio seduta. Una comunicazione sarà inviata a breve ai diretti interessati. «Le elezioni non sono così lontane, non possiamo rischiare un’esplosione di presenze in aula», commenta un capogruppo.

(ch.be.)













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