Comuni, in arrivo una cassa unica per avere liquidità
Il piano della Provincia: fusione di Cassa del Trentino e Trentino Riscossioni. Daldoss: «Soluzione di sistema»
TRENTO. Un’unica grande cassa per la Provincia e i Comuni, dove uno pesca per il bisogno che ha, in modo da garantire che nessuno abbia emergenze di liquidità come avviene periodicamente, soprattutto nei momenti dell’anno che precedono il gettito delle tasse. Sul piano strategico, il progetto prevede la fusione di Trentino Riscossioni e Cassa del Trentino, «per creare un unico soggetto che gestisce la liquidità in entrata e uscita», spiega l’assessore provinciale agli enti locali Carlo Daldoss.
Al progetto la Provincia sta lavorando da diversi mesi nell’ambito del riordino delle società di sistema più volte annunciato e che prevederà una serie di dismissioni e riassetti da Informatica Trentina a Interbrennero, da Trentino Network a Trento Fiere.
Il problema di cassa dei Comuni è tornato in primo piano qualche giorno fa, quando Daldoss ha presentato al Consiglio delle autonomie la delibera con cui la Provincia ha chiesto la restituzione dei 12,4 milioni del gettito Tares che aveva anticipato allo Stato. Un accordo previsto, ma il sindaco di Trento Alessandro Andreatta, che deve restituire 2 milioni, si è astenuto e ha rilanciato l’allarme liquidità, con le difficoltà a pagare ogni mese stipendi e fornitori. E il presidente del Consiglio delle autonomie Paride Gianmoena ha aggiunto: «Il problema riguarda tutti i Comuni, va risolto insieme alla Provincia, facendo sì che i Comuni che hanno di più aiutino chi ha meno, cedendo spazi di cassa».
È questo il piano della Provincia, come spiega Daldoss: «Qualche anno fa - ricorda - avevamo pensato Cassa2 per affiancare Cassa del Trentino nel finanziamento dei Comuni, ma quella soluzione è stata archiviata perché non era una strada percorribile». Il problema era innanzitutto di tipo giuridico (non era chiaro chi dovesse offrire le garanzie, se il sistema dei Comuni nel suo complesso o solo i più grandi) ma anche di moltiplicazione delle società pubbliche in un momento in cui la prospettiva va esattamente nella direzione opposta, ovvero di ridurle.
«Ma il problema di cassa - avverte l’assessore - è un problema di sistema, o il sistema trova il modo di sostenersi, o non se ne esce. Dobbiamo riuscire a creare una cassa unica che funzioni da cassa compensazione, dove uno pesca per l’effettivo bisogno che ha. Una solidarietà di sistema, perché più è grande la cassa disponibile e più è facile riuscire a gestire qualche picco di liquidità che qualche Comune ha». Come? «La strada - spiega Daldoss - è far convergere in un unico luogo le entrate e le uscite. Oggi chi gestisce la stragrande maggioranza delle entrate dei Comuni è Trentino Riscossioni. Cassa del Trentino invece è il soggetto che eroga le risorse. L’idea di fondo è unirle in un unico soggetto che gestisce liquidità in entrata e in uscita. Questa sarebbe una buona soluzione di sistema». Il progetto di fusione tra le due società è allo studio da mesi. C’è la necessità di coinvolgere in Cassa del Trentino i Comuni che oggi non ci sono, «perché evidentemente se si vanno a prendere risorse che sono loro, bisogna tenerli in considerazione nel luogo dove si decide», chiarisce l’assessore.
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