Colpo di scena: Smoqi era capace di intendere e volere
Clamorosa novità nell’indagine sull’aggressione in carcere: spunta una nuova perizia
TRENTO. Lorenc Smoqi è capace di intendere e di volere. O meglio lo era nel giorno in cui colpì con una forchetta alla guancia il compagno di cella. È questa la conclusione cui è giunto il perito Ermanno Arreghini. Il colpo di scena nel processo «parallelo» a quello per l'omicidio di Luigi Del Percio che riprenderà lunedì in corte d'assise d'appello. Smoqi, infatti, è accusato anche di aver ferito alla guancia con una forchetta un compagno di cella il 23 gennaio del 2009 ossia meno di una ventina di giorni dopo l'omicidio. Nel corso di questo processo era stata decisa dal giudice La Ganga una perizia psichiatrica (affidata al professor Arreghini) per valutare la capacità di intendere e di volere di Smoqi.
E i risultati della perizia sono arrivati e sono sorprendenti. Per lo psichiatra, infatti, l'imputato, nel momento in cui ha colpito (le conseguenze furono lievi) il compagno di cella era capace di intendere e di volere. Nell'altro processo, quello per l'omicidio, lo stesso Smoqi era stato assolto (e condannato a 10 anni di ospedale psichiatrico giudiziario) perché dichiarato incapace. E ricordiamo fra i due episodi la distanza temporale e di meno di tre settimane.
Perizie, dunque, che non combaciano. E la seconda (quella di Arreghini) potrebbe anche essere acquisita anche dalla procura generale che sostiene l'accusa nel procedimento per omicidio. Intanto, per quanto riguarda la coltellata, l'avvocato Tornielli, che difende il giovane albanese, ha ricusato il giudice che aveva preso provvedimenti nei confronti dell'imputato nel caso Del Percio. Questo ha comportato il rinvio dell'ultima udienza e il passaggio del fascicolo alla corte d'appello che si dovrà pronunciare sull'incompatibilità. L'udienza di lunedì si aprirà con delle eccezioni della difesa sui termini della perizia medico legale.