Cermis, l’imprudenza alla base della tragedia
Le prime conclusioni della Procura di Trento: il conducente della motoslitta aveva un tasso alcolemico poco sopra il limite, ma il dramma non si deve a questo
TRENTO. Non c’entrano i difetti ai freni o qualche bicchiere di troppo: la tragedia del Cermis, in val di Fiemme, dove nella notte fra venerdì e sabato scorso hanno perso la vita sei turisti russi usciti di pista sbalzati da un rimorchio trainato da una motoslitta, sarebbe da attribuire solamente ad un comportamento del tutto imprudente del conducente del mezzo. Queste le prime conclusioni delle indagini condotte dalla Procura di Trento. Quella sera - risulta dagli esami condotti in ospedale - Azat Iagafarov, titolare dell’hotel Sporting Cermis, prima di mettersi alla guida della motoslitta per condurre a valle i connazionali, aveva bevuto superando però di poco il limite di tasso alcolemico consentito dalla legge. Un particolare, secondo gli inquirenti, che non è stata la causa determinante della tragedia.
Alla base di tutto - secondo l’accusa - ci sarebbe stata quella decisione a dir poco azzardata presa dall’albergatore russo il quale, ignorando il buonsenso e i divieti, ha deciso di scendere a valle con una motoslitta cui ha agganciato un carrellino, usato normalmente per trasportare bagagli e viveri, e sul quale ha fatto accomodare il gruppo di turisti. Poi la discesa, a capofitto nel buio verso Cavalese, percorrendo la pista Olimpia 2. Abbracciato a lui sul sellino la moglie Rafilya. Alla fine la tragedia, in una delle ultime curve: resosi conto di aver perso il controllo del mezzo lanciato a tutta velocità, in un punto molto ripido della pista l’albergatore ha cercato una disperata frenata sulla neve, prima di sfondare la rete di protezione e volare nel burrone. I sei occupanti del rimorchio sono stati catapultati sugli alberi e le rocce, assieme alla moglie del conducente, sbalzata dal sellino, che è morta sul colpo. L’albergatore, rimasto aggrappato alla motoslitta, si è salvato assieme ad uno dei turisti che pare sia riuscito a lanciarsi dal carrellino prima del volo nel burrone. Dai primi esami condotti sul posto, l’impianto frenante della motoslitta, relativamente nuovo, è risultato funzionante anche se «sottoposto ad una forte sollecitazione», dicono gli inquirenti. Intanto, dopo il nulla osta della Procura di Trento, le salme dei turisti verranno rimpatriate mercoledì, o al massimo giovedì, con un volo Milano-Mosca.