Centro commerciale di Lavis, la giunta «stoppa» Baratter
Il capogruppo Patt: garanzie che il progetto sia approvato Ma i vertici della Comunità: «Lasci decidere al territorio»
TRENTO. Strada sbarrata per l’emendamento di Lorenzo Baratter sul centro commerciale delle Masere di Lavis. Dopo la dura reazione del vicepresidente della Provincia Alessandro Olivi, che l’aveva definito «una provocazione politica e un intervento ad personam», ieri la giunta provinciale - che nella seduta ad ora di pranzo ha fatto il punto sugli emendamenti alla Finanziaria - ha dato parere negativo. Un invito evidente al capogruppo del Patt a ritirare il suo emendamento che - lo ricordiamo - prevede di derogare alla legge sul commercio del 2010 (la cosiddetta legge Olivi) per i progetti già approvati con piano attuativo o che hanno ottenuto l’ok della valutazione d’impatto ambientale. Di fatto, si tratta ad oggi di un unico progetto: quello dello shopping center delle Masere.
Baratter per ora fa solo mezzo passo indietro: «Sul centro commerciale di Lavis io chiedo garanzie - spiega in una nota - rispetto in pieno le posizioni della Comunità e sono disponibile anche a ritirare l'emendamento: ma solo nel momento in cui dal centrosinistra autonomista che siede in Comunità di valle in Rotaliana mi verrà garantito, quindi già in queste ore, che nell'assemblea di lunedì prossimo ci sarà effettivamente l'approvazione della proposta in discussione. Altrimenti credo sia meglio procedere con questo emendamento, dato che siamo in ballo ormai da troppi anni. Io in questo momento penso solo all'economia locale, a chi vuole investire - senza ricorrere peraltro ai contributi pubblici - e non può farlo. Sapendo che con quest'operazione si rimette in moto l'economia, si crea competitività e soprattutto si dà qualche speranza a tante persone che con questo insediamento potrebbero avere un lavoro. Attendo dunque dal territorio un segnale in questo senso».
Ma proprio dal territorio arriva la reazione più dura e forse inattesa per lo stesso Baratter. «Invitiamo il capogruppo Patt a ritirare l'emendamento consentendo quindi al territorio di esprimersi democraticamente e in totale autonomia, invitandolo presso la nostra sede a prendere visione del grande lavoro svolto fino ad oggi nell'ambito della pianificazione territoriale e commerciale», scrivono il presidente della Comunità Gianluca Tait e l’assessore all’urbanistica Andrea Brugnara. Entrambi eletti con il Patt (anche se Tait è poi uscito dal partito) ed entrambi sostenitori del centro commerciale alle Masere. Ma tutti e due decisi a difendere le prerogative della Comunità: «Il piano stralcio sul commercio che sarà messo in discussione il prossimo 22 dicembre - ricordano - è frutto di un lungo percorso partecipato, d'ascolto e confronto, coerente con le scelte adottate nel documento preliminare al piano territoriale, sviluppato con il coinvolgimento di tutti i portatori d'interesse della Comunità e approvato dalla Conferenza dei sindaci. Risulta superficiale e semplicistico l'approccio del consigliere Baratter che, tramite un emendamento alla finanziaria, punta ad “espropriare” una diretta competenza dei rappresentanti istituzionali del territorio che hanno il diritto e il dovere di scegliere democraticamente il futuro commerciale della propria valle. In questa vicenda è mancato un tassello fondamentale, indipendentemente dalle motivazioni che hanno portato alla presentazione dell'emendamento, e cioè il rispetto istituzionale e politico nei confronti dell'intera assemblea della Comunità per il mancato coinvolgimento e la totale assenza di comunicazione o semplice richiesta d'informazioni».
Intanto ieri in consiglio provinciale Claudio Civettini (Civica Trentina) ha attaccato: «Se uno va a una convention politica (il riferimento è a Mario Zorzi, costruttore della società del progetto Masere, presente alla Leopolda di Rossi, ndr) e il giorno dopo si vede staccare una licenza edilizia, se fossimo in Sicilia come si chiamerebbe?».
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