«Cederna al Comune passo indietro sui bus e no al teatro tenda»

Roberto Oss Emer candidato a sindaco delle tre liste civiche: «Per S. Cristoforo serve trasparenza e l’apporto dei privati»


di Roberto Gerola


PERGINE. Roberto Oss Emer è il candidato a sindaco di tre liste civiche: Civica, Patto e Città.

In caso di ballottaggio con chi è pronto ad allearsi?

«Siamo stati contattati praticamente da tutte le principali forze politiche prima delle candidature. Non mi esprimo ora, dipende dal ballottaggio».

In caso di elezione chi sarà il vice? E gli assessori?

«Altre forze politiche hanno già fatto la squadra e spartito poltrone e questo non mi sembra molto rispettoso. Aspettiamo il 27 maggio. Gli assessori saranno scelti in base a competenze e professionalità e non solo ai consensi, anche tra i consiglieri della forza politica con la quale potremmo allearci al ballottaggio. Mi riservo comunque per altre nomine di allargare anche alle liste che non fanno parte della coalizione».

San Cristoforo: cosa farà se verrà eletto?

«Ritengo indispensabile e imprescindibile una collaborazione con i privati nella massima trasparenza. Abbiamo un lago in buone condizioni dal punto di vista delle acque e della balneabilità, abbiamo un paesaggio meraviglioso, possibilità di creare e incrementare senza tanti oneri i percorsi pedonali e ciclabili che ci verrebbero invidiati; un lago che si presta per essere una palestra per le attività nautiche di qualsiasi tipo. Abbiamo delle potenzialità che potrebbero portare risultati e ricadute dieci volte più della zona di Caldaro. Dobbiamo sederci attorno a un tavolo, ascoltare tutti gli attori e fare delle scelte che portino soprattutto benefici a tutta la collettività in termini di ricadute occupazionali, recupero ambientale, vivibilità del territorio prescindendo dal fatto che qualche imprenditore abbia un utile».

E sull'area ex Cederna (e altre questioni urbanistiche)?

«Pergine deve avere la forza di contrattare con la Provincia l’acquisto dell’area per poi gestirla autonomamente con qualsiasi tipo di strumento operativo, per realizzare una sorta di cuscinetto tra il centro abitato e la zona produttiva o almeno di quello che resta. Sarebbe un indennizzo per l’utilizzo del territorio perginese come dormitorio di Trento. La Provincia attraverso Trentino Sviluppo aveva messo a disposizione 20 milioni per acquistare l’invenduto produttivo dell’operazione? Se è vero non vedo perché non possa essere trasferito, tutto o in parte a Pergine».

E sul trasporto pubblico e sulla viabilità?

«Dal centro alle frazioni ci sono direttrici sulle quali sarebbe opportuno insistere e altre invece non utilizzate. Non bisogna avere paura a fare un passo indietro e a rivedere scelte non sostenibili. Verso Trento occorrono corse più frequenti. C’è bisogno di qualche marciapiede in alcune frazioni e più attenzione sui percorsi verso i masi sparsi sul territorio (conoide della Marzola ma non solo). Viabilità principale: senza la Valdastico non andiamo da nessuna parte. Il tunnel di Tenna non risolve il problema del traffico pesante: le merci infiammabili e pericolose non vi possono transitare. Per liberare la sponda del lago cercherei una soluzione con una strada a monte. Costerebbe molto meno».

Nuovo teatro e teatro tenda: quale futuro?

«Abbiamo un teatro che è costato un sacco di soldi, dobbiamo cercare di utilizzarlo ed evitare che resti una cattedrale nel deserto. AriaTeatro dovrà farlo funzionare al meglio, utilizzando le proprie forze e senza contributi pubblici, vista la carenza di risorse. Dovrà collaborare anche con tutte le associazioni culturali locali (arte, fotografia, musica, danza, teatro, storia, cinema e soprattutto con Psa). Dovrà collaborare con le scuole, coinvolgere la cittadinanza per realizzare un punto d’incontro e di socializzazione. Non vedo proprio l’utilità di realizzare un nuovo teatro tenda che per evidenti motivi può essere utilizzato solo qualche mese all’anno».

Il suo sogno per la città di Pergine?

«Negli ultimi 15 anni è stato fatto uno scempio del territorio con scelte urbanistiche che stiamo pagando pesantemente: sogno una città a misura d’uomo, più verde, meno traffico, un centro storico più animato».

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