Cassa integrazione giù, segnali di ripresa
In un anno calo del 33%. Ma la nuova recessione minaccia le aziende trentine
TRENTO. Crolla la cassa integrazione in Trentino: a settembre, rispetto a un anno fa, il calo è del 33%, in controtendenza rispetto al dato nazionale e segno di una ripresa della produzione seppur in un quadro ancora incerto. La crisi è infatti tutt'altro che superata: sulla scia delle turbolenze dei mercati finanziari, dalle imprese arrivano infatti nuovi segnali di frenata, soprattutto nell'edilizia. Il 33º rapporto Uil analizza l'utilizzo della cassa integrazione nelle Regioni e nelle Proince, suddiviso per tipologia e per settori di attività.
In Italia a settembre le richieste di cassa integrazione hanno subito un aumento rispetto del 47,2% rispetto ad agosto («Mese in cui si registra abitualmente una diminuzione», sottolinea il segretario confederale della Uil Guglielmo Loy) e una flessione del 19% rispetto allo stesso mese del 2010. Soffre in particolare il Sud e il maggior utilizzatore della cassa integrazione resta l'industria. Trentino: -33%.
Questo a livello nazionale. Segnali diversi in Trentino, dove a settembre 2011, rispetto allo stesso mese di un anno fa, le aziende hanno fatto ricorso all'ammortizzatore della cassa integrazione per un 33% in meno (313 mila ore utilizzate contro le 468 mila di un anno fa). Ancora più marcato il calo dell'ultimo mese: da agosto a settembre -47% (terzi dopo Valle d'Aosta e Friuli Venezia Giulia), anche se risulta in aumento invece la cassa in deroga (+28%), quella che viene attivata per le imprese con meno di 15 dipendenti o per le aziende che hanno già terminato la cassa ordinaria e straordinaria. La stima della Uil è che i lavoratori in cassa il mese scorso siano stati 1.844, 913 in meno rispetto al settembre 2010.
I settori. Andando a guardare i singoli settori produttivi, si scopre che tra agosto e settembre, il calo della cassa integrazione è stato particolarmente forte nell'artigianato (circa 7 mila ore in meno, -86%), nell'edilizia (126 mila ore contro le 316 mila di agosto, - 60%), e nell'industria (170 mila ore contro 262 mila, -35%), mentre presenta il segno più il ricorso alla cassa integrazione nel commercio (aumento di 11 mila ore, + 288%).
Il confronto con la situazione pre-crisi. Interessante è comparare i dati di oggi e quelli di prima della crisi. Il rapporto fornisce infatti un confronto tra il periodo gennaio-settembre 2011 con lo stesso periodo degli anni passati. Emerge che se nei primi 9 mesi del 2008 le ore di cassa integrazione in Trentino furono 2 milioni, l'anno successivo salirono a 4,6 milioni, nel 2010 a 4,9 milioni. Nel 2011 il trend si inverte e c'è la discesa a 4,1 milioni: siamo però ancora esattamente al doppio dei livelli del 2008.
I segnali di ripresa. Non c'è però solo il dato sulla cassa integrazione a far intravedere la luce dopo la crisi. Nel secondo trimestre 2011 l'Istat ha rilevato su base annua che gli occupati in Trentino sono cresciuti del 2,4% (circa 5.400 unità in più) e i disoccupati sono scesi dal 4,3% del 2010 al 3,4% del 2011, attestandosi sulle 8.300 persone. E la Camera di commercio ha evidenziato la sensibile della produzione soprattutto da parte delle aziende medie e grandi: le performance più deboli sono quelle del settore delle costruzioni. Ed è proprio la frenata dell'edilizia, legata anche all'attuale crisi dei mercati finanziari, che oggi vede nuove nubi addensarsi sul futuro delle aziende trentine.