«Caro sindaco, chiuda subito la Pasina»
La richiesta in Consiglio alla luce dell’ennesimo passo indietro di Trento, che ora sconfessa l’analisi olfattometrica
ROVERETO. Se non ci fosse di mezzo la salute (o almeno, la qualità della vita) di mezza città, la storia sarebbe anche divertente. Sulla vicenda Pasina il consiglio comunale si è trovato per l’ennesima volta spiazzato: al netto delle chiacchiere non sarà da Trento (Provincia) che arriverà una soluzione, almeno non in tempi compatibili con l’urgenza del problema.
Era già successo quando la relazione dell’esperto incaricato e pagato dal Comune era stata degradata da base per una modifica della concessione a semplice indicazione conoscitiva. Vanificando attese e mandando sprecate risorse significative. Adesso ci risiamo con l’indagine olfattometrica. L’Appa, alla riunione (l’ennesima) del tavolo di lavoro provinciale del 20 settembre l’ha trattata come cartaccia. Ai rappresentanti del comune, è stato obiettato prima di tutto che non è stata compiuta la stessa analisi sulla discarica. Poi, di fronte all’obiezione che quello era proprio il compito lasciato all’ Appa, si è avanzato un altro dubbio: stando ai dati raccolti, il sistema di abbattimento degli odori della Pasina sarebbe praticamente inesistente, tanto che la differenza di qualità dell’aria in ingresso ed in uscita dal biofiltro è minima. E l’Appa ne deduce che non è il biofiltro, sottodimensionato e privo di manutenzione da quando è stato sigillato, ad essere inefficiente, ma gli esami ad essere poco attendibili. La conclusione dei tecnici provinciali è stata la richiesta di ripetere gli esami. Con Rovereto a rispondere che erano stati affidati ad una ditta seria e riconosciuta in tutta Italia e che non sono ripetibili, perché la stagionalità influisce notevolmente. E magari anche perché non siamo proprio qui a fare i buffoni: ripetere gli esami finché non danno l’esito sperato, è la classica manovra dilatoria per chi vuole prendere tempo, ma per Rovereto di tempo se ne perso già anche troppo.
Sul capitolo riconversione della Pasina ad attività meno impattanti, il quadro non è più confortante. Trento attende il progetto e lo valuterà senza preconcetti, ma non ci sono fondi speciali: solo i normali contributi per le attività produttive. Mentre Pasina chiede che la riconversione sia pagata interamente o almeno in parte molto significativa dalla Provincia. Sono distanze incolmabili, almeno ad occhio.
La conclusione si può lasciare alle parole di Mauro Previdi in consiglio: «Ci stanno prendendo in giro». Ed anche la possibile soluzione: «Sindaco - ha detto Previdi - abbia coraggio e prenda il toro per le corna: chiuda la Pasina a tutela della salute pubblica. Non c’è giudice che le darà torto. In caso contrario rischia di restarci sotto e pagare per colpe non sue: la pazienza dei cittadini è finita e sarà a lei che chiederanno conto dei disagi». (l.m.)
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