Carcere, arriva la pet teraphy per i tossicodipendenti
Si parte a settembre: i tossicodipendenti del nuovo carcere di Trento avranno a disposizione la "pet therapy" quale aiuto per la disintossicazione
TRENTO. I tossicodipendenti del nuovo carcere di Trento avranno a disposizione la "pet therapy" quale aiuto per la disintossicazione. La terapia col supporto di animali partirà il mese prossimo e si concluderà a fine anno. A portarla a Trento saranno gli esperti della comunità di San Patrignano, fondata a fine anni settanta da don Vincenzo Muccioli, che hanno già accordi e sopralluoghi effettuati per le attività programmate coi cani.
L'iniziativa, che viene annunciata dal direttore della struttura penitenziaria, Antonella Forgione, è una delle novità introdotte quest'anno, grazie anche ai nuovi e più ampi spazi di Spini di Gardolo, aperti dallo scorso dicembre, che accolgono i detenuti dei vecchi carceri di Trento e Rovereto.
Quanto alla tossicodipendenza, la percentuale viene riferita "elevata - spiega Forgione - anche se bisognerebbe sempre fare una differenza tra chi si dichiara tale e chi lo è in modo comprovato. E' infatti noto come l'essere tossicodipendenti possa portare vantaggi nell'ottenimento della scarcerazione o dei domiciliari".
In ogni caso l'elevato numero di tossicodipendenti, così come la maggioranza di detenuti extracomunitari e giovani, tra i 20 e i 30 anni, sono i dati che Forgione sottolinea come ancora distintivi della popolazione carceraria.
Tra gli obiettivi del direttore c'è anche quello di ottenere "un approccio meno farmacologico al disagio del carcere. Perché - afferma - stare in carcere è di per sè un disagio. Quindi ad esempio l'avere problemi nel sonno saltuari o altre manifestazioni lievi di tale disagio sono questioni che dovrebbero essere affrontate innanzitutto con il colloquio, l'osservazione e il confronto".
E l'auspicio è che il servizio, passato nei mesi scorsi dall'amministrazione penitenziaria all'Azienda provinciale per i servizi sanitari, possa vedere in tal senso miglioramenti. Resta invece ancora sotto l'Amministrazione quello degli psicologi, "che tra l'altro sono coloro che devono contribuire a stilare le valutazioni che determinano il futuro dei detenuti e che da noi hanno 17 ore al mese per 220 persone, quando prima per Trento c'erano 13 ore e per Rovereto 12, quindi nel trasferimento ne abbiamo perse".