Canile: la spuntano gli animalisti

Il bando per l'assegnazione torna agli uffici per essere modificato



ROVERETO. Era previsto: gli animalisti delle associazioni erano in aula ed hanno preso per mano consiglieri e amministratori spiegando loro tutto quello che non andava nel bando di assegnagnazione del canile che stavano per approvare. Quello che non era previsto e che più o meno tutti - giunta, sindaco, consiglieri - cadessero dalle nuvole. Il punto è stato sospeso. La proposta di bando torna negli uffici per essere rivista, forse radicalmente. Un pasticcio del quale è difficile rendere conto compiutamente. La logica strettamente «imprenditoriale» del bando cozzerebbe non solo con i sentimenti animalisti (dai quali si può anche rispettosamente prescindere) ma con le norme per una struttura pubblica di ricovero di animali. E di questo la «volontà politica» non può non tenere conto. Quindi rinvio per approfondire alla settimana prossima. Di un bando che era stato rinviato per approfondire già a fine anno, quando scadeva l'affidamento agli attuali gestori, ad oggi in proroga.  Ora è difficile dire come andrà a finire. Gli animalisti (sostanzialente l'Eppaa, che si è fatta carico del randagismo per 30 anni) plaudono al ravvedimento e al ritorno alla ragionevolezza, ma ora si augurano che si trovi una soluzione buona. Che, tagliando corto, per loro non può prescindere dal coinvolgerli. In aula invece Mauro Previdi ha presentato una ipotesi diversa: affidare anche il canile ad Amr, la multiservizi braccio operativo del Comune che già gestisce parcheggi, cimiteri, sale, palestre e farmacie comunali. Che a suo volta dovrebbe avvalersi dei volontari. «Sarebbe un altro pasticcio - commenta D'Ingiullo dell'Enpaa - perchè il Comune, che agisca direttamente o attraverso Amr è uguale, non può avvalersi dei volontari come forza lavoro: deve usare personale «ufficiale». Già Trento ha provato la gestione diretta. I costi annui erano balzati da 100 a 180 mila euro e tra mille problemi gestionali. Un flop che è meglio non ripetere».













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