Caldes, il Tar boccia la centrale elettrica
Soddisfatto il sindaco Maini: «Abbiamo difeso il pubblico interesse sull’area fluviale a valenza ambientale e turistica»
CALDES. Il Tar di Trento dà ragione al Comune di Caldes. Il Tribunale amministrativo regionale ha respinto ieri il ricorso con il quale la società Lorengo aveva impugnato la delibera del consiglio comunale con la quale era stata negata la deroga urbanistica necessaria alla realizzazione delle opere della centrale idroelettrica sul fiume Noce.
L’atto del consiglio comunale, approvato alla fine dello scorso settembre all’unanimità, e salutato da uno spontaneo applauso da parte del pubblico presente, ha ottenuto la legittimazione dell’organo di giustizia amministrativa, che ha riconosciuto la volontà del comune di non derogare alle norme urbanistiche in atto.
Naturale la soddisfazione del primo cittadino, Antonio Maini, che commenta a caldo la sentenza favorevole all’amministrazione da lui guidata: «Sono felice perché l’atto serio di una pubblica amministrazione, teso alla difesa del pubblico interesse, è stato riconosciuto come tale; non si tratta di aver vinto contro qualcuno, ma di aver ottenuto il riconoscimento del principio che la risorsa pubblica rimanga compresa nella sfera del pubblico interesse; da parte nostra abbiamo avuto la fiducia di chi sa di aver fatto il proprio dovere, in un clima di unità tra amministrazione e tutti i gruppi presenti in consiglio comunale». Il ricorso da parte di Lorengo venne notificato a Caldes alla metà di novembre.
Esso impugnava la delibera con cui il consiglio aveva negato la deroga rispetto a quanto previsto nel Piano regolatore generale per la costruzione di un dissabbiatore e della centrale di presa, opere necessarie alla costruzione di una centrale idroelettrica sul tratto del fiume Noce a valle dell'abitato di Bozzana nel territorio del Comune di Caldes.
Da una parte la “pubblica utilità” invocata da Lorengo e dall’altra la volontà del Comune di Caldes di difendere il progetto di parco fluviale, incompatibile con le opere proposte, e l’interesse pubblico garantito e contenuto nel piano regolatore generale per un’area che per la sua valenza agricola, ambientale e turistica è strategica anche nel piano urbanistico provinciale.
La vicenda aveva aperto anche un vivace dibattito politico, centrato sulla sentita necessità di una regia a livello politico che prendesse in considerazione l’intera Val di Sole sui temi dello sfruttamento idroelettrico del Noce, stante gli interessi di molte amministrazioni che puntano sull’”oro bianco” per fare cassa e trovare risorse per garantire servizi e finanziare nuove opere.
Ma nel caso Lorengo, il fatto che fosse un privato a voler sfruttare una risorsa pubblica come l’acqua aveva aggiunto ulteriori elementi di contrarietà, tanto che da molte amministrazioni pubbliche, oltre che dalle associazioni ambientaliste, era giunto l’appoggio alla scelta fatta dal Comune di Caldes, ora rafforzata dalla decisione del tribunale amministrativo.
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