Caccia abusiva fuori provincia, multate 300 doppiette trentine
I pm hanno segnalato a cinque procure i permessi irregolari
TRENTO. I 48 cacciatori trentini sanzionati per aver cacciato il cinghiale in Maremma sono solo la punta dell'iceberg. Le maximulte avrebbero coinvolto almeno 300 doppiette trentine e a rischiare sarebbero oltre 1.000 cacciatori che, negli ultimi due anni, si sono dilettati a sparare fuori provincia. Il tutto in seguito alla segnalazione della Procura di Trento ad altre procure.
Ma l'associazione cacciatori trentini fa quadrato e chiede che la norma in questione venga rivista al più presto.
Secondo l'accusa i cacciatori trentini avrebbero sparato al cinghiale in Maremma di nascosto, senza le licenze necessarie, e sarebbero stati scoperti per il dialetto trentino che non è passato inosservato a Grosseto. In realtà per Gianpaolo Sassudelli, presidente dei cacciatori trentini, le cose sono andate diversamente. «I cacciatori - spiega - hanno agito in assoluta buona fede e alla luce del sole, senza furberie. Invitati dai colleghi toscani, avevano chiesto un permesso da ospite per cacciare, avevano atteso l'ok degli enti preposti e, una volta arrivato, si erano recati nella zona. Insomma, nulla di irregolare». Il problema, però, è sorto da un'interpretazione diversa della norma che prevede che un cacciatore possa sparare solo nella zona "opzionata".
In parole povere: se viene opzionata la zona delle Alpi, non si può cacciare il cinghiale in Toscana. Per di più, i cacciatori trentini possono cacciare esclusivamente nelle "riserve di diritto", nella zona di residenza. Insomma, i cacciatori trentini si sentivano coperti dal permesso da ospite, ma in realtà non era sufficiente. La Procura di Trento avrebbe quindi segnalato ad altre procure (di Parma, Siena, Modena, Firenze, Grosseto) le uscite in massa delle doppiette trentine e di conseguenza sono scattate le sanzioni. A quanto pare, attualmente, sarebbero arrivate a circa 300 cacciatori trentini. A rischiare, però, sarebbero molti di più. Ogni anno sono circa 600 coloro che vanno a sparare fuori provincia - prevalentemente in Emilia Romagna, Lombardia, Toscana, Puglia - quindi i possibili multati, nell'arco degli ultimi due anni, possono superare il migliaio. Tra il resto, per dribblare questa norma, ormai molti cacciatori trentini scelgono come opzione la zona Toscana e ottengono quindi il permesso per sparare solo fuori provincia. Sassudelli commenta così la situazione. «Eravamo a conoscenza di questo problema e dall'inizio dell'anno abbiamo sconsigliato ai nostri associati di andare a cacciare fuori dal Trentino». «A mio modo di vedere, però, queste sanzioni, che si riferiscono ad eventi che risalgono al 2009 e al 2008, sono esagerate e ci criminalizzano. Tutti i cacciatori faranno ricorso e sono convinto lo vinceranno perché hanno sempre agito in buona fede, avendo il permesso da ospiti. Il caso si sgonfierà come una bolla di sapone». Infine, Sassudelli, dopo aver fatto quadrato attorno ai colleghi, lancia una sorta di appello alla politica affinché venga modificata la norma in vigore.
«E' una norma poco chiara che penalizza le doppiette trentine. Per questo diversi parlamentari si sono attivati a Roma per modificarla e ci auguriamo che arrivino al più presto notizie positive perché non vogliamo più sentirci cacciatori di serie B».
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