Butterini sul pulpito di San Lorenzo
Diventerà priore del tempio civico. Padre Corrado Brida a Rovereto
TRENTO. La voce imponente di padre Corrado Brida non risuonerà più nelle navate della badia di San Lorenzo. Le omelie sussurrate di padre Cherubino Bernard traslocheranno in via della Cervara, dove si trasferirà anche fra' Mario Largher. Mercoledì, durante la messa celebrata da don Piero Rattin nel giorno che ricorda il martire, è stato il priore della badia, padre Corrado, ad annunciare ai fedeli che ai primi di settembre la fraternità lascerà il tempio civico.
Non un addio definitivo dei religiosi: priore, infatti, diventerà una delle voci più «provocatorie» della chiesa trentina: padre Giorgio Butterini. Un cambio che rientra nella logica francescana, soprattutto dopo 13 anni consecutivi di presenza per padre Cherubino e fra' Mario e 10 per padre Corrado. La notizia è stata accolta con commozione e un applauso.
La badia di San Lorenzo, di proprietà del Comune, non è parrocchia. Ma si tratta di una presenza in un luogo particolare della città, edificio sacro stretto fra la stazione delle corriere e quella ferroviaria, crocevia di un'umanità sempre più varia che nel via vai quotidiano qualche volta trova un attimo di pace nella chiesa di San Lorenzo, diventata negli anni punto di riferimento solido per molte persone anche e soprattutto grazie alla vivace presenza dei tre frati.
Padre Corrado Brida, 75 anni, originario di Dermulo, per 22 anni animatore dei pellegrini presso il santuario di Loreto, si trasferirà nella parrocchia di Santa Caterina, a Rovereto, dove si occuperà dell'accoglienza e delle confessioni. Padre Cherubino, originario di Campitello di Fassa, ormai prossimo ai 90 anni (in passato parroco e decano a Roverto), tornerà nel convento di via della Cervara, destinazione che aspetta anche fra' Mario Largher, cembrano di 85 anni.
Una convivenza, quella tra i frati e il Comune, caratterizzata anche da qualche scintilla, come quella volta che l'amministrazione ha messo, a colpi di multe, il divieto di posteggio davanti alla chiesa. Divieto contro il quale i frati hanno condotto una civile battaglia per ottenere (e l'hanno ottenuto) il permesso per i fedeli di parcheggiare durante la messa.
Luogo di preghiera, ma anche di cultura, visto che il tempio civico ha ospitato decine di cori e concerti d'organo, grazie alla presenza nella badia di un Mascioni. I frati adesso avranno un mese per i saluti. E qualche lacrima scapperà, a loro e a chi frequenta la badia. Ora tocca a padre Giorgio Butterini raccogliere quest'eredità e portarla avanti. Senz'altro lascerà anche lui un'impronta.