Borgo, le botteghe storiche salgono a 15
Alla consegna della targa, i commercianti chiedono chiarezza sulle aperture domenicali: «Disponiamo solo di 7 mesi»
BORGO. Il paese conta diciassette Botteghe Storiche. Due hanno ottenuto il riconoscimento qualche anno fa, le altre 15 hanno ricevuto la prestigiosa targa giovedì sera, in una cerimonia che ha visto in sala Marcellina Paternolli la partecipazione di numerosi commercianti. Chi a ritirare la targa, chi ad applaudire i colleghi. Apporranno l'insegna di Bottega Storica Trentina all'esterno dei loro esercizi i bar Cusso, Zita e Milano, i negozi d'abbigliamento Dalsasso filati, Comunello, Ganarin Remo e Magazzini Ferrai, la Bottega del Colore, calzature Cappello, Vulcano store, il negozio di casalinghi Arcobaleno, ferramenta Segnana, Cambo Sas alimentari, la gioielleria Agostini e Pagnusat.
Hanno già il marchio invece confezioni Montibeller e foto ottica Trintinaglia, le prime a chiederlo nel 2010. Per la maggior parte di questi le notizie disponibili, ricavate dagli archivi storici o da vecchi documenti, risalgono tra il 1950 e il 1960, con una bolla del lontano 1936 relativa all'alimentari. «Un riconoscimento che significa sacrificio, investimento e risultati, più o meno buoni a seconda del periodo storico. Attività svolte da generazioni, che hanno contribuito a sviluppare e mantenere il tessuto sociale del territorio e del suo centro storico» ha ringraziato il sindaco Fabio Dalledonne.
Un marchio questo, che nasce per promuovere i luoghi storici del commercio. Per essere accreditati bisogna rispondere a diversi requisiti, tra cui almeno 50 anni di attività continuativa dell'esercizio (con possibilità di spostamenti all'interno del paese) nella stessa categoria merceologica o affini. Quindi si viene iscritti all'albo e si riceve la targa, oltre all'accesso ad alcune agevolazioni previste dalla Provincia. Il Comune ha creduto fin da subito nel rilancio economico del centro storico attraverso la visibilità del marchio, incaricando il consorzio Borgo Commercio Iniziative e una società privata di diffondere l'opportunità. «Dopo una partenza un po' a rilento ci sono state molte domande. A qualcuno abbiamo dovuto dire di no, mentre ora altri esercizi si sono mossi», ha spiegato l'assessore Enrico Galvan, auspicando nuovi accreditamenti e precisando che la richiesta deve partire dal privato perché il Comune non può farlo.
Galvan ha quindi aggiornato i presenti sulle domeniche in deroga e la liberalizzazione delle aperture del decreto SalvaItalia di Monti, in contrasto con la legge provinciale. «Abbiamo accorpato da gennaio a luglio i 7 mesi di apertura domenicale concessi a Borgo, quale paese di media attrattività turistica, dalla legge Olivi. Ma se la Provincia non si adeguerà alla legge statale, in teoria da luglio a dicembre i negozi dovranno tenere chiuso», ha precisato. Da parte dei commercianti infine la richiesta di informazioni sul progetto di riqualificazione di Piazza Degasperi e Martiri, costo 3 milioni sul Patto territoriale, diviso in tre lotti. «Ci stiamo lavorando da due anni, con il preliminare che si sta scontrando con le lungaggini burocratiche in Provincia, la quale entro giugno deve darci il via libera, altrimenti perdiamo i soldi», sbotta Dalledonne.