Bonifica Siric, si sgomberano i terreni

Ultimo atto del risanamento ambientale dello stabilimento di via del Garda. In primavera il complesso sarà venduto


di Nicola Filippi


ROVERETO. Avanti con la bonifica, ma senza fretta. Lo stabilimento Siric è chiuso dagli anni Ottanta, ma all’interno dell’immenso complesso (due ettari di terreno) sono in corso indagini e bonifiche per ripulire il terreno dagli agenti inquinanti, di varia natura. Ora siamo arrivati al terzo stadio, quello finale. E - come spera il curatore fallimentare Lelio Boldrini - il risanamento dei terreni dovrebbe concludersi entro la primavera 2013. A quel punto, il complesso industriale potrà essere messo in vendita, spiega il noto commercialista roveretano. L’attività di bonifica è portata avanti dal Comune su precisa indicazione della Provincia. Con la determinazione 1984, il dirigente del servizio verde e tutela ambientale, Cristian Roverato, il Comune ha dato incarico alla società Iser srl di Besenello per la progettazione esecutiva degli interventi di sgombero di rifiuti, impianti e manufatti presenti sui piazzali. Alla gara per la caratterizzazione dei terreni erano state inviate tre società: la Iser srl di Besenello, la Cisma srl di Trento e la ing. Nicola Bonmassar di Trento. Alla fine, la commissione ha valutato la migliore offerta per l’incarico. La parcella si aggira sui ventimila euro. Nel giro di pochi mesi, lo sgombero dai materiali dovrebbe concludersi. Così si chiude la complessa fase di bonifica del sito.

Lo stabilimento si trova in via del Garda, proprio di fronte ad un noto centro commerciale. E’ composto da una palazzina per gli uffici commerciali, i laboratori e l’officina meccanica, nonché da due capannoni nei quali avveniva la produzione chimica, lo stoccaggio delle materie prime e il confezionamento dei prodotti finiti. L’attività principale della Siric era la produzione di resine poliestere insature, circa 12 mila tonnellate all’anno, utilizzate per imbarcazioni in vetroresina, manufatti in fibra di vetro, marmi artificiali. C’era poi la produzione di resine colorate. A metà anni Ottanta cominciano i problemi ambientali causati dagli sversamenti di materiali pericolosi nel terreno. Si susseguono i provvedimenti della Provincia e del Comune, le inchieste della Procura, il giorno di San Valentino nel 1992 viene scoperto un deposito interrato di rifiuti velenosi, il 7 agosto 1992 scoppia un incendio “sospetto” in un capannone, si celebra un processo a Rovigo a carico dell’amministratore unico e legale rappresentante Fernando Zadra per inquinamento del fiume Adige. Storia passata. Ora il 99% della bonifica è stato eseguito, spiega ancora il curatore fallimentare Lelio Boldrini. Manca solo la classica «ciliegina sulla torta». Il passo successivo sarà la vendita del complesso.

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