Bilancio, sindacati pronti alla battaglia

Lunedì l’incontro Provincia-parti sociali: ok agli incentivi per contratti di solidarietà, «ma non sia l’unico strumento»


di Paolo Morando


TRENTO. Il giorno della verità sarà lunedì prossimo, quando la giunta provinciale presenterà la manovra 2013 alle parti sociali. Cioè a sindacati e categorie economiche. E infatti Paolo Mazzalai, presidente di Confindustria Trento, attende quel passaggio prima di alcun commento. Non così i sindacati, già con il coltello tra i denti in vista del momento in cui potranno conoscere nel dettaglio le cifre (e le direzioni) di risparmi e tagli. La parola d’ordine è una sola: la manovra sia equa, non colpisca i più deboli. E non favorisca i “soliti”. Cioè le imprese.

Lorenzo Pomini, segretario della Cisl, si dice già «molto preoccupato». E anticipa quanto dirà lunedì prossimo al presidente della Provincia Lorenzo Dellai: «I tagli vanno contenuti al massimo, presidiando welfare e sanità e dedicando particolare impegno alla ricerca e alla produzione, per far riprendere l’economia e il mondo del lavoro, assicurando l’occupazione di conseguenza il gettito fiscale». E l’equità, aggiunge, andrà declinata con particolare riferimento ai contributi pubblici: che dovranno andare solo a chi paga le tasse in Trentino. Sì anche agli sgravi Irap alle imprese che attiveranno contratti di solidarietà, ma attenzione: «io ne parlavo già nel 2008, ma allora c’era da propagandare il Fondo Olivi. Ora che è esaurito, questo strumento torna in auge, benché ci sia sempre stato, ma mai sia stato utilizzato. Per questo dico: non focalizziamo il discorso solo sul contratto di solidarietà, possiamo incentivarlo ma ci sono anche altri strumenti». Ad esempio, in tema di ammortizzatori sociali, fondi di solidarietà attraverso i quali accompagnare alla pensione lavoratori anziani di aziende in crisi: «E si tratta di uno strumento utile anche nel caso di anziani in part-time per fare spazio ai giovani, in chiave previdenziale: uno strumento opzionale come è ad esempio Laborfonds».

«Il lavoro che c’è va ripartito fra tutti: dunque ben vengano gli incentivi per l’attivazione di contratti di solidarietà», afferma Paolo Burli, segretario Cgil, che pure parla di «prospettive preoccupanti». E anche per la Cgil l’obiettivo deve essere garantire al massimo l'equità sociale in un momento di crisi e abbattendo le rendite che distolgono risorse dalla ripresa. «Agire sul fronte dell'offerta, grazie alla conferma del sistema attuale di sgravi fiscali, può essere utile se si riducono i sussidi alle imprese e si qualifica la spesa per investimenti destinata al sistema economico - afferma - ma considerato l'andamento del ciclo economico a livello locale, che oggi vede soffrire di più le vendite al dettaglio e quelle dei beni di prima necessità, bisogna agire anche sul fronte della domanda delle famiglie, evitando aumenti tariffari iniqui e garantendo stanziamenti adeguati sul fronte del welfare e delle politiche del lavoro, a sostegno di chi perde l'occupazione».

Anche da Ermanno Monari della Uil ok agli incentivi alle imprese per contratti di solidarietà, ma con qualche riserva, perché «le agevolazioni alle imprese non sono sempre state utilizzate in modo intelligente». E il riferimento è ancora al Fondo Olivi, antico cavallo di battaglia della Uil: «Continuo a chiedermi dove siano finiti tutti quei soldi», afferma Monari, secondo il quale le poche risorse a disposizione «vanno anche restituite concretamente i lavoratori: non solo attraverso meccanismi assistenziali di Stato sociale verso le imprese, ma utilizzando risorse pubbliche per rendere più virtuoso il sistema economico».

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