X FACTOR

Bastard, avanti tuttala finale è a un passo






MILANO. E' stata la serata dei duetti, ieri a X Factor, e per The Bastard sons of Dioniso il prodotto... non è cambiato. Hanno cantato fianco a fianco con i Farias, hanno sfondato per l'ennesima volta. E, a forza di voti da casa e di complimenti in studio, hanno fatto un altro passo... Sarà vero quel che aveva pronosticato Simona Ventura già alcune settimane fa: sarà vero che (tutti i possibili scongiuri in corso) li possiamo già aspettare nella finale del reality, alla metà di aprile.

«Eppur mi son scordato di te», il primo dei due brani Bastard sotto esame ieri, si è trasformato in una cavalcata vincente, con il nostro terzetto ad attaccare con grinta e poi ad azzeccare i cori per i quattro Farias nel frattempo subentrati. Finché i due gruppi si sono fusi in un'unica formazione, schierata spalle alla platea per formare con le lettere scritte sulle schiene dei sette artisti la parola magica: Bastard.

Pioggia di complimenti. Nel suo rosa da pantera, Morgan ha ammesso la commozione, il divertimento, il coinvolgimento. Ha perfino ringraziato per l'esibizione, mentre la Ventura ha mostrato la sua faccia più sorridente all'"avversaria" Mara Maionchi, capitana dei gruppi: «Devo dire, Mara, che con i Bastard non hai mai sbagliato un colpo».

Intanto, tra palcoscenico e gradinate è partito il gioco degli abbinamenti geografici. Sotto i riflettori, la Patagonia dei Farias e la Valsugana dei Bastard. Lasciando perdere qualche lapsus (un Val di Non, sussurrato da Morgan), l'incrocio delle coordinate sull'atlante ha fatto nascere un neologismo musicale: chiamateli «Bastard sons of Farias», alla luce della comune origine montanara.

C'è poco da ridere. Anche ieri, i nostri super rockettari hanno arricchito la collezione di lodi e auguri e pacche sulle spalle di assoluto prestigio. Hanno suonato accompagnati al pianoforte da John Legend, si sono confrontati con Ivano Fossati, hanno suonato al cospetto niente di meno che di Mike Bongiorno, presentato come «il re della televisione». Salvo correggersi: «No, è la televisione, e basta».

E, poi, ovviamente, hanno fatto i conti con un altro paio di classici della storia della musica leggera. Si è detto di quel Mogol-Battisti portato al successo dalla Formula 3, ma alla seconda manche (stavolta senza Farias) i Bastard hanno estratto dal polsino un eccellente «Spirit in the sky», ricordata da tutti nell'interpretazione di Doctor and the Medics. Re Bongiorno ha pensato di riaprire il «Giro Mike» per scritturarli, la Maionchi non la smetteva di gongolare e il verdetto del televoto è stato una previsione facile: promossi a furor di popolo. In gara a X Factor sono rimasti in 5: il conto alla rovescia verso la consacrazione è iniziato.













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