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Bar Accademia, si chiude: «Trento ha troppi vincoli»

Dopo sette anni “Roger” Guerra e i suoi soci gettano la spugna: «Avremmo molte idee, ma qui è difficile realizzarle. La città vive un momento di transizione»


di Daniele Peretti


TRENTO. «La casa fuori casa» come gli attuali gestori definiscono il bar Accademia, difficilmente rinnoverà il contratto d’affitto e entro la scadenza dei setti anni, il ritrovo degli studenti universitari andrà a chiudere. Da una parte la richiesta presentata dai proprietari di aver un locale maggiormente in sintonia con le esigenze alberghiere dell’Hotel Accademia, dall’altra una serie di problemi oggettivi che hanno fatto perdere l’ entusiasmo a Martina Dalpalù, Marco Parolin e “Roger” Guerra che così descrive la situazione: «Dopo sette anni vissuti alla grande, un ciclo lo si può considerare concluso. Per Trento l’anno prossimo sarà un anno di transizione nel quale non sarà consigliabile fare grossi investimenti. Da parte nostra le idee ci sarebbero, ma dobbiamo fare i conti con le esigenze di una proprietà che se ci chiede di servire gli aperitivi alla propria clientela ci trova disponibili, ma se ci chiede le colazioni ci mette in difficoltà».

In che senso anno di transizione? «Nel senso che si dovranno valutare gli effetti che avranno gli investimenti di rilievo che hanno fatto i grossi gruppi in città. Il primo potrebbe essere quello che dopo il periodo del concentramento delle attività in centro, si passerà ad una diversificazione delle zone e di conseguenza anche a offerte diverse che i gestori dovranno essere in grado di indovinare».

Nella scelta, influiscono anche i problemi della zona? «Certo, viviamo in un punto critico della città, ma a nulla serve se all’esterno del locale abbiamo messo la security e se a fine serata puliamo il tratto di strada prospiciente al nostro locale ed anche la fontana all’angolo nella quale troviamo di tutto: se succede qualcosa a duecento metri è sempre e comunque colpa nostra. Il danno indiretto lo abbiamo ed in più non possiamo fare musica live esterna e l’impianto interno sfrutta un quarto della potenza».

I confronti con il Comune di Trento non sono mancati: «In occasione di un incontro ho fatto un ragionamento. Se Trento ha scelto di ospitare diecimila studenti, deve essere consapevole che ci saranno almeno quindici compleanni a settimana ed alcune migliaia di feste di laurea, appuntamenti vissuti quasi come uniche occasioni per sfogare la tensione. I divertimento degli studenti non deve essere considerato negativamente, ma come un’opportunità». Notti bianche da intensificare? «Prima facciamole realmente. Che notte bianca è se si chiude tutto alle 2, se non prima?».

Quale sarà il futuro di “Akasha” Roger Guerra lo spiega così: «Di certo non arriveremo all’ultimo giorno della scadenza. Magari festeggiamo l’inizio del settimo anno di attività insieme alla festa d’addio. Abbiamo già preparato una lettera per il sindaco nella quale raccontiamo il punto di vista di chi sta dietro al banco. Sono dei consigli pratici che potrebbero aiutare».













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