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Banche, raddoppiano le sofferenze

Pesa la crisi delle imprese di costruzioni. I crediti difficili da recuperare superano i 2 miliardi, il doppio dell’Alto Adige


di Ubaldo Cordellini


TRENTO. Le sofferenze bancarie sono raddoppiate nel giro di un anno. Il dato viene fornito dalla Banca d’Italia. A inizio 2015 le nuove sofferenze, cioè i crediti che le banche difficilmente riusciranno a recuperare, erano il 2,4% del totale. In dodici mesi sono raddoppiate passando al 4,8%. Per quanto riguarda le imprese, le sofferenze hanno un andamento peggiore rispetto a quello generale, passando dal 2,9 al 6,2%.

Se si guarda al totale delle sofferenze, considerando anche lo stock accumulato negli anni precedenti, si vede che il rapporto tra i crediti difficili da recuperare e i prestiti totali è del 6,5% per le famiglie consumatrici, un anno fa era del 5,3%, mentre per le imprese si è passati dal 10,8 al 14,9%.

Secondo l’ultima rilevazione della Centrale rischi della Banca d’Italia, relativa all’ultimo trimestre 2016, le sofferenze in Trentino ammontano a 2,14 miliardi di euro. Dato preoccupante se confrontato con il vicino Alto Adige dove le sofferenze sono la metà, 1,15 miliardi. Secondo le analisi della centrale Rischi della Banca d’Italia, il 77,8% di sofferenze è causato dal primo 10% dei debitori per rilevanza dei prestiti. In altre parole, ad avere maggiori difficoltà a restituire i finanziamenti sono i grandi creditori, quelli che hanno ricevuto i prestiti più significativi. In tutto il Trentino Alto Adige risultano 114.443 creditori delle banche, di cui 10.030 in sofferenza, pari all’8,8% del totale.

Il capitolo sofferenze è strettamente connesso con l’autonomia e la solidità delle banche. Un capitolo dalla grandissima importanza soprattutto in questa fase in cui la Cassa centrale banca, alla guida del credito cooperativo in provincia di Trento, si è candidata a costruire un gruppo bancario di credito cooperativo alternativo ad Iccrea. Il gruppo ha già ricevuto più di 100 preadesioni e sembra destinato a vedere la luce entro la prima metà del 2018. La nascita del nuovo gruppo è direttamente connessa con l’autonomia delle singole banche in materia di credito. In altre parole, con la capacità dei singoli istituti di credito con aprire o chiudere i rubinetti alle imprese. Il rapporto della Banca d’Italia sull’Economia del Trentino indica come la qualità del credito erogato alle imprese dalle Casse Rurali e da Cassa centrale banca sia peggiorata. Il tasso di ingresso in sofferenza è salito al 6,4 % dal 3,9% di dodici mesi prima e si è attestato a un livello leggermente più alto rispetto a quello delle altre banche operanti in provincia, che avevano una sofferenza media del 5,9%.

Un elemento dal quale dipende la ripresa di un’economia e, soprattutto, il futuro delle imprese. Soprattutto se si tiene conto che, in questa fase, gli indicatori non sono brillanti. Secondo le analisi della Banca d’Italia, l’aumento delle sofferenze è stato provocato dalle crescenti difficoltà di alcune grosse aziende nel settore dell’edilizia che è quello che soffre di più ormai da nove anni.

Secondo la Banca d’Italia, a soffrire di più della crisi dell’edilizia sono soprattutto le Casse Rurali, tradizionalmente più esposte verso questo settore. Se si tiene conto solo delle banche di credito cooperativo, le sofferenze nel settore delle costruzioni sono passate dal 7,1 al 13,6%. Ma le costruzioni non sono le sole ad attraversare gravi difficoltà. I flussi delle nuove sofferenze sono cresciuti anche nel comparto dei servizi, dove sono passate dal 2,3 al 5,8 %. Va meglio nel settore del manifatturiero, dove sono passate dal 3,7 al 3,8%. Stabili, invece, le sofferenze delle famiglie consumatrici che sono dell’1,7%.

Facendo un confronto con i nostri vicini del nord, si vede come in Alto Adige il tasso di ingresso in sofferenza sia diminuito sia per le famiglie che per le imprese. E ad andare meglio sono proprio le imprese di costruzioni che, invece, in Trentino soffrono.













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