Bailo, 35 operai in mobilità

L’azienda del Tesino verso il concordato. Ieri possibili acquirenti svizzeri nello stabilimento



PIEVE TESINO. «Stiamo trattando per evitare il concordato - spiega il titolare della Bailo, Bruno Zotta Bailo, - e le notizie sui giornali non ci aiutano. Non c’è niente di concreto, lasciateci lavorare». È il commento del patron di una delle aziende storiche trentine dell’abbigliamento sportivo, che nel novembre scorso aveva siglato una fusione con la Vist di Caldaro (specializzata in abbigliamento da sci e attacchi) per rilanciare sul mercato il prodotto, insieme alla Silvy Tricot. Un’operazione che doveva ridar ossigeno ai due marchi della regione, aprendo 36 negozi monomarca nell’Italia del Nord e ampliando lo stabilimento della Bailo, portandolo a Roncegno. Purtroppo il rilancio non c’è stato, complice la crisi che ha visto contrarre anche le vendite dell’abbigliamento sportivo, ed ora la Bailo si trova ad affrontare i passaggi per evitare al fallimento.

Ieri, conferma il sindacalista della Femca Cisl Marco Ravelli, che sta seguendo la situazione per la Bailo insieme a Maurizio Albrigo per la Vist di Caldaro, nello stabilimento c’erano in Tesino i possibili acquirenti di un’azienda svizzera. «Quello che è certo - spiega Marco Ravelli - è che ai 35 operai della Bailo e ai 6 di Caldaro è stata comunicata la procedura di licenziamento. Ora ci troveremo il 27 dicembre a Pieve Tesino per concordare i tempi della mobilità. Speriamo di arrivare al concordato, per poter dare garanzie ai lavoratori e accedere agli ammortizzatori sociali previsti. È chiaro che si confida nell’evitare il fallimento, perché se questa fosse l’ipotesi, sarebbe moto più difficile far ottenere il trattamento di fine rapporto e la cassa integrazione, dato che i tempi si allungherebbero». Per quanto riguarda gli investimenti realizzati quando si puntava al rilancio del marchio, come l’acquisto del magazzino che avrebbe raddoppiare la superficie da 3.600 a 6.000 metri quadrati, si è già provveduto a vendere lo spazio a Paterno. Gli operai andranno in mobilità scaglionati, il 31 dicembre, il 31 gennaio e il 28 febbraio per vendere la merce in magazzino.(sa.m.)













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