Asse Upt-Patt, Maule torna a rischio
Andreatta, rebus vicesindaco. Gli alleati: «Non può andare al Pd». Rossi: «Chiedo responsabilità ai partiti e ai singoli»
TRENTO. Se fosse il gioco dell’oca, diremmo che siamo tornati alla casella di partenza. Ma la crisi del Comune di Trento non è un gioco e così, dopo giorni di contorsionismi e ipotesi di rimpasti più o meno realistiche, siamo ancora punto e a capo. Il nodo resta quello di sempre: l’ Upt, spaccata al suo interno tra le due componenti (Unione e Cantiere Civico) che punta i piedi e chiede un posto in giunta per Salvatore Panetta. Senza i voti di Panetta e Paolo Castelli (e in parte del capogruppo Massimo Ducati) non si va da nessuna parte, è quello che il sindaco Alessandro Andreatta si sente ripetere da settimane.
Questo ha certificato anche il vertice di ieri a pranzo (al ristorante Green Tower) tra i segretari provinciali e comunali dei partiti del centrosinistra autonomista. Dopo il rinvio all’ultimo dell’incontro di maggioranza previsto ieri a Mattarello, tutto resta in ballo e il braccio di ferro tra sindaco e Upt va avanti. Le posizioni appaiono immutate. Il segretario Upt Tiziano Mellarini (che ieri al Green Tower si è limitato a una toccata e fuga, non senza un certo stupore tra i commensali) ha ribadito che per lui non c’è altra via d’uscita che azzerare la giunta e ripartire dai voti delle elezioni di un anno fa: ovvero Panetta (primo degli eletti) e l’attuale vicesindaco Paolo Biasioli. Per Andreatta si tratterebbe di ingoiare il rospo, ovvero chiamare in giunta colui che aveva escluso quindici mesi fa per far posto a Chiara Maule, non eletta ma da lui molto stimata. L’alternativa - sacrificare Biasioli - appare difficilmente percorribile perché apre un altro problema: chi farebbe il vicesindaco? L’ipotesi Mariachiara Franzoia (Pd), lo stesso partito del sindaco, non regge. Dopo lo stop Upt («Spetta a noi») arriva anche quello del Patt. «A me questa ipotesi non è mai stata fatta - chiarisce il segretario Franco Panizza - ma non è possibile che sindaco e vice appartengano alla stessa forza politica».
Ecco dunque che se Andreatta deciderà di mettere mano alla giunta, a rischiare di più torna ad essere Chiara Maule, al netto delle conseguenze di immagine per il sindaco. «Se il prezzo per salvare Maule è la rottura con l’Upt noi non ci stiamo», è il messaggio degli autonomisti al sindaco.
Un solo cambio di giunta in casa Patt - fuori la giovane Marika Ferrari (anche lei ripescata tra i non eletti e mai integrata nel partito), al suo posto la verde Lucia Coppola, che lascerebbe così al capogruppo del Patt Alberto Pattini lo scranno di presidente del consiglio - non è considerato plausibile. «Il nostro dovere è salvare la legislatura, c’è un patrimonio di coalizione da salvaguardare e un referendum alle porte», ricorda pragmatico Panizza.
Avrebbe la forza il sindaco, così come gli suggerisono alcuni nel Pd e nel Cantiere, di tenere duro e di presentarsi in aula difendendo le scelte e rilanciando l’azione con alcuni obiettivi (e qualche cambio nelle deleghe, tra tutte la sua presa in carico diretta del piano regolatore), sfidando i consiglieri riottosi a sfiduciarlo? Martedì sera si vota la variazione di bilancio e sarà già un test senza appello: senza maggioranza si chiuderebbe la legislatura.
Un assist al primo cittadino arriva dal governatore Ugo Rossi: «Serve un sussulto di responsabilità da parte dei partiti e dei singoli», è il richiamo del presidente della Provincia. «Occorre che tutti facciano un passo indietro e lascino fare sintesi al sindaco che è il garante. Tutti abbiano rispetto delle sue prerogative. La sintesi non potrà mai accontentare tutti ma non possiamo rischiare di scaricare su Andreatta altri malcontenti». Il presidente della Provincia non vuol parlare di «rimpasti»: «Avvicendamenti per dare spazio alle diverse sensibilità politiche sono normali, l’importante è che si chiuda presto. Andreatta è il sindaco del centrosinistra autonomista eletto un anno fa e direttamente dai cittadini». Resta da capire quanti in consiglio comunale la pensino come lui.
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