Arrestato per lo scippo ma è innocente: liberato

Un’anziana aggredita alla stazione di San Michele e il presunto colpevole trovato sotto un albero lì vicino. Ma la donna non l’ha riconosciuto



TRENTO. Arrestato con l’accusa di aver cercato di scippare un’anziana (quando lui al massimo si riteneva colpevole di aver desiderato rubare un’albicocca dall’albero), ha passato 12 ore nella cella di sicurezza e solo durante il processo per direttissima è stato «scagionato» e immediatamente liberato. Perché? Perché non è stato lui ad aggredire la donna strattonandola e facendola cadere a terra. La sua colpa, semmai, è stata solo quella di trovarsi nel momento sbagliato nel posto sbagliato. E di assomigliare, un po', allo scippatore. Ma ieri in aula è stata la stessa vittima a dire che no, non era lui il colpevole.

Ma partiamo da lunedì sera quando a San Michele, località Grumo, alla stazione dei treni, una dona di 75 anni viene avvicinata da un uomo. Lo vede fermarsi e pensa che abbia bisogno di un’informazione. Lui invece allunga la mano e cerca di strapparle la catenina. La signora reagisce trattenendola, lui prova una seconda volte e lei cade a terra. Lui, invece, scappa. L’aggredita chiama la figlia che a sua volta chiede l’intervento del marito che si mette in macchina per cercare l’aggressore. E arriva al limitare di un campo dove, sotto una pianta d’albicocco, vede un uomo che pare corrispondere alla descrizione che era stata fornita dalla suocera. Lo affronta alzando la voce e mostrando un bastone e l’altro pensa di trovarsi davanti il proprietario dell’albero dal quale stava pensando di «rubare» un’albicocca. All’inizio i due, quindi non si capiscono. Uno accusa l’altro del tentato scippo e l’altro (che abita a Cles) cerca di difendersi da un «furto» di frutta non ancora compiuto. Il genero dell’anziana gli intima di restare fermo e va a prendere la donna per vedere se lo riconosce. Lei non è certissima: lo ha visto per pochi secondi ma forse la brutta esperienza che aveva appena vissuto le ha fatto riconoscere una persona sbagliata.

Vengono chiamati i carabinieri ai quali viene fatta una ricostruzione di quanto successo. E, sentita anche la pm Nazzaro si procede all’arresto per tentato furto aggravato e lesioni. L’anziana, infatti, difendendo la sua catenina era caduta a terra procurandosi un’escoriazione. L’uomo viene quindi portato nella cella di sicurezza dei carabinieri fino a ieri alle 12 quando inizia il processo per direttissima. Ha passato la notte in lacrime non comprendendo come sia stato possibile trovarsi in quella situazione che ai suoi occhi appariva decisamente kafkiana. In aula al suo fianco c’è l’avvocato Chiara Pontalti. Vengono sentiti i testi ed è la vittima dello scippo a sciogliere ogni dubbi. Quell’uomo che sedeva davanti a lui non era il malvivente che l’aveva aggredita. No, non lo riconosceva. Questo, assieme ad altri elementi, ha portato il giudice a non convalidare l’arresto, disporre l’immediata scarcerazione dell’uomo e restituire gli atti al pm perché si indaghi su chi sia l’autore del tentato scippo.

Per l’uomo è un incubo che finisce dopo 12 lunghissime ore. Lui lo ha anche detto più volte: una cosa del genere non l’avrebbe mai fatta perché chi scippa un’anziana non è un uomo. Ora tutto pare esser stato chiarito almeno per lui che lunedì sera era uscito solo per incontrare un amico a San Michele.

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