Arco: silo in fiamme, paura all'Aquafil
L'intervento dei pompieri ha evitato il peggio: forte il rischio di esplosioni
ARCO. Quando è partito l'allarme, all'una e cinque minuti dell'altra notte, dalla centrale di Trento si è levata chiara una raccomandazione all'indirizzo del comandante Michele Alberti e dei suoi vigili del fuoco di Arco: «Drizzate bene le orecchie». Un monito doveroso, visto che i pompieri arcensi erano appena stati mandati a domare l'incendio scoppiato nel magazzino di lavorazione dell'Aquafil Engineering Plastics, in via Linfano.
Lo stabilimento arcense della multinazionale italiana - il gruppo Bonazzi ha sedi sparse in ogni angolo del mondo - fa parte della linea produttiva che si occupa di fibre sintetiche e polimeri. L'Engineering Plastics, in particolare, gestisce le attività del gruppo nel mercato delle materie plastiche; un materiale che reagisce ben volentieri e ancor più facilmente al contatto con le fiamme. Tutt'altro che banale, quindi, l'avvertimento della centrale operativa di Trento al comando di Arco a prestare particolare attenzione durante ogni fase dell'intervento.
Alberti e i suoi uomini, nel magazzino di via Linfano, hanno trovato ad attenderli alcuni operai del turno di notte, che avevano già tentato, seppur vanamente, di smorzare le fiamme con l'estintore in dotazione fra le attrezzature di sicurezza della fabbrica. A finire letteralmente abbrustolito, fortunatamente, è stato solo un silo (ma poteva finire peggio) che conteneva al suo interno un mix di polimeri e pigmenti per la colorazione delle materie plastiche. Un miscuglio finissimo, quasi impalpabile, non tossico ma altamente infiammabile e soprattutto a forte rischio esplosione, come tutte le miscelazioni in polvere. Le parti di nylon presenti in questo miscuglio hanno reso tale rischio ancora più elevato. Se non si sono corsi pericoli di grado maggiore lo si deve, oltre che all'intervento dei vigili del fuoco, anche alla limitata quantità di polvere contenuta nel cilindro di metallo, in gran parte liberato giusto qualche ora prima.
Inquadrata la situazione, i pompieri arcensi si sono messi subito all'opera. Dapprima hanno attaccato il silo con le lance d'acqua fredda, per abbassare le temperature che avevano superato i 200 gradi. Poi, una volta controllato l'interno del grande recipiente con la termocamera, hanno dato il via ad un'azione di forza: aperto un varco nella parte superiore del silo, lo hanno riempito di acqua fino a riuscire a spegnere anche la fiamma più piccola. Alle 4 del mattino, i 13 pompieri di Arco hanno fatto i bagagli e sono tornati in caserma. Al perito giunto da Trento il compito di individuare l'origine dell'incendio: tutto lascia pensare ad un guasto ad uno dei motori di funzionamento.