Apprendisti, ecco i primi assunti

Il progetto di Confindustria per under 30: già assegnati 7 posti di lavoro



TRENTO. Circa 200 i curricula arrivati a palazzo Stella, già diverse decine le richieste di profili da parte delle aziende, proprio ieri l'ultimo giorno di colloqui con i candidati per completare la raccolta di informazioni. E per sette di loro, un posto di lavoro è già pronto. Addirittura in anticipo rispetto ai tempi. È partito a razzo il progetto lanciato nelle scorse settimane da Confindustria che, attraverso il contratto di apprendistato professionalizzante, intende inserire i giovani nel mondo del lavoro. Un'opportunità per "under 30" di qualità che, in tempi di crisi, faticano a trovare occupazione.

Il bando, realizzato in collaborazione con l'Agenzia del lavoro, è stato pubblicato in autunno, mentre il 15 gennaio scadevano i termini per la presentazione delle domande. Che molte aziende trentine aspettavano con curiosità e attenzione: oltre alla possibilità di attingere a un elenco di giovani qualificati (vedi nel riquadro a fianco i requisiti richiesti) e motivati nel mettersi alla prova, il vantaggio consiste anche nell'inquadramento contrattuale. L'apprendistato professionalizzante prevede infatti risparmi sugli oneri sociali, ma anche processi formativi di cui in questo caso si fa carico la stessa Confindustria, garantendo percorsi di inserimento ritagliati su mira per le esigenze delle aziende. E si sa quanto proprio la formazione sia da sempre, a giudizio degli imprenditori, il nodo critico dell'apprendistato.

Sbocco conclusivo del contratto, dopo 12 mesi rinnovabili, l'assunzione a tempo indeterminato. Ma con un'importante postilla: se l'azienda non si trovasse nelle condizioni di poterla offrire, e nel caso in cui la commissione di selezione certificasse che non vi è alcuna responsabilità del giovane, ecco la previsione di una "procedura d'accompagnamento" ancora in capo a Confindustria per offrire all'apprendista una seconda opportunità. Magari anche attraverso un ulteriore supporto di orientamento.

Non è un dettaglio di poco conto: si tratta in sostanza, come spiega lo stesso presidente degli industriali Paolo Mazzalai, di un percorso che "bypassa" l'articolo 18. Che anche in questi giorni, come noto, è al centro della trattativa sulla riforma del lavoro tra il ministro del welfare Elsa Fornero e i sindacati. Un progetto insomma che potrebbe fare proseliti anche su scala nazionale. E infatti si tratta di un esperimento inedito, senza alcun precedenti a livello confindustriale. Che tra l'altro coinvolge nelle vesti di tutor scientifico un sociologo di nome come Nadio Delai. «In un periodo di crisi economica come l'attuale, in cui evidentemente la richiesta di nuove forze di lavoro è quella che è, una selezione come quella che abbiamo avviato può risultare fondamentale - afferma il presidente Mazzalai - non mi spingo a fare previsioni sui numeri, ma se riusciremo a collocare alcune decine di giovani sarà un grande successo». Punta molto, l'associazione degli industriali trentini, su questo progetto. Proprio perché, prevedendo vie d'uscita già definite consensualmente alla stipula del contratto, si tratta di un «percorso innovativo - ribadisce Mazzalai - che può davvero costituire una nuova base sulla quale impostare i rapporti di lavoro».

Nella fase di presentazione del progetto, lo scorso novembre, si parlava del possibile inserimento nel mondo del lavoro di 20-30 giovani. Ma ora le cose potrebbero cambiare: i sette che già hanno attirato l'attenzione delle imprese trentine (e si tratta di aziende del settore della meccanica, della chimica e dei servizi) sono infatti stati scelti prima ancora del momento dell'incontro tra domanda e offerta. Che avverrà formalmente a fine mese: solo ora infatti, completati i colloqui (realizzati con la collaborazione di operatori dell'Agenzia del lavoro) e la "scrematura" delle candidature al netto di eventuali nrequisiti mancanti, i profili dei giovani selezionati verranno incrociati con le richieste che le aziende faranno pervenire a Confindustria.

Alcune lo hanno già fatto, ma si tratta appena di un paio di decine, evidentemente però con la necessità impellente di trovare nuove figure professionali. Il che in tempi di crisi non è cosa da poco. Ma ciò che più conta, è il fatto che per le aziende non è previsto alcun termine: nei prossimi mesi potranno insomma continuare a fare riferimento a questa sorta di "database". Sperando che la crisi inizi a calare. E, chissà, forse allora il numero "n" cui Mazzalai fa prudentemente riferimento circa i giovani che, grazie a questo progetto, troveranno finalmente un lavoro, potrebbe anche avvicinarsi al centinaio.













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