Anziani troppo ricchi per l’assegno
Finora 1500 erogazioni su 3.500 stimate. Rossi valuta modifiche ai parametri
TRENTO. Le famiglie trentine hanno un reddito troppo alto per accedere agli assegni di cura o, se preferite, i parametri fiscali di questa tipologia di sostegno sono molto restrittivi. Il risultato, comunque, è che, rispetto alle previsioni, ne sono stati assegnati meno della metà. Avanzano assegni e soldi, dunque, e ora si pensa a come allargare le fasce contributive, permettendo l’accesso a un numero maggiore di pazienti. Le domande sono state aperte a novembre del 2012 e i numeri, finora, raccontano di circa 1500 assegni di cura che saranno regolarmente erogati a fronte dei 3500 che erano stati, invece, preventivati. I “dati” sono arrivati anche in consiglio provinciale, oggetto di un’interrogazione da parte del consigliere Pino Morandini che si è rivolto direttamente all’assessore alla salute Ugo Rossi. Morandini ha chiesto che l’assegno di cura sia reso più accessibile e agevole, soprattutto per quanto riguarda la procedura amministrativa. Va chiarito che l’assegno di cura è un beneficio economico che va ad aggiungersi all’indennità di accompagnamento ed è diretto alle persone con una comprovata condizione di non autosufficienza. È un valore aggiunto, integrativo, attuato con la legge provinciale del 24 luglio 2012 (numero 15) per favorire la permanenza a domicilio dei pazienti, in misura dell’effettivo bisogno assistenziale e a seconda delle condizioni economiche del nucleo familiare. Anche per questo la valutazione del reddito, tramite valore Icef, è abbastanza restrittiva. Quattro sono i livelli di gravità individuati e a cui corrisponde un assegno mensile che oscilla da un minimo di 80 euro a un massimo di 800 euro. Rossi ha risposto a Morandini ammettendo che effettivamente “le domande risultate idonee sono numericamente inferiori alla stima iniziale”. “È in corso un’analisi delle domande escluse – ha aggiunto Rossi - al fine di valutare possibili modifiche al disciplinare e poter ampliare ad altri l’accesso a questo importante beneficio economico”. Che le domande verranno rivalutate o addirittura ripresentate, una volta che la Provincia avrà modificato i parametri di accesso, lo conferma anche il direttore del Distretto Centro-Nord dell’Apss Enrico Nava: “Non è stato un problema di valutazioni (in capo all’unità di Medicina Legale dell’azienda n.d.r.) che non sono andate a buon fine; le difficoltà nascono dall’accesso e dalla presentazione della domanda. Meno persone del previsto hanno avuto accesso al percorso valutativo ed è probabile che la barriera del reddito Icef abbia scoraggiato qualcuno”. Molte delle domande sono state bloccate a monte, all’atto della presentazione, presso i patronati, poiché non rientravano nei valori di condizione economica e patrimoniale previsti dalla legge. Ora alla Provincia toccherà allargare un po’ le maglie.