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Andreatta ora dice basta: via al rimpasto di giunta

Il sindaco ha iniziato le consultazioni coi segretari in vista del vertice del 24. La sacrificata sarebbe l’assessore Maule, Biasioli perderebbe l’urbanistica


di Gianpaolo Tessari


TRENTO. Concetto negato, posticipato per quanto possibile. Ma ora divenuto di strettissima attualità: il rimpasto di giunta comunale. Il sindaco di Trento Alessandro Andreatta accelera. Convocata per sabato 24 una riunione di maggioranza che, nelle intenzioni del garante del centrosinistra cittadino, vorrebbe essere di ratifica più che di confronto. In vista l’addio allo scranno di giunta di Chiara Maule e la redistribuzione di deleghe centrali, come quella all’urbanistica, ora nella disponibilità del vicesindaco Paolo Biasioli e che pare destinata a rientrare nelle competenze di Andreatta. Ma non solo.

Vediamo: il sindaco per il 24 ha intenzione di sentire i segretari della coalizione e sondarli su di un necessario cambio di rotta. Ha già iniziato a farlo.Non è un segreto che questo primo anno, abbondante, di consigliatura abbia visto la sua maggioranza affondare in più di un’occasione, grazie ai franchi tiratori: «Non sono disposto a proseguire in queste condizioni, con il rischio di trovarmi impallinato ad ogni votazione», ha confidato il sindaco a chi gli sta più vicino.

Certo Andreatta, dando spazio alle donne e pescando tra le non elette, aveva dato un segnale di discontinuità rispetto alle trite logiche del manuale Cencelli. Logiche di cui la politica, pare evidente, non disposta a privarsi: «La gente non mi parla di rimpasto», aveva detto di recente da queste colonne.

Ma i partiti, evidentemente sì: in giunta dovranno, lo prevede la legge elettorale, rimanere due donne. La più debole sul fronte squisitamente politico (sulle sue doti organizzative ed amministrative, lo testimonia il successo di Trento Smart City, nessuno dubita) sembra proprio la Maule, visto che non ha avuto l’investitura del voto. Ecco che allora tornano prepotentemente in rampa di lancio Salvatore Panetta e Paolo Castelli. Sicuramente premiati dal voto, ma lasciati fuori dall’esecutivo all’indomani delle elezioni del 2015.

Ad oggi le chance dei due sono 50 e 50: sarà dirimente perché uno di loro ottenga il pass di giunta il parere del segretario dell’Upt, Tiziano Mellarini, che dovrà fare il peso ed il contrappeso di un partito non certo tranquillissimo.

Acque sempre agitate anche in casa Pd, con il capogruppo Paolo Serra intenzionato a farsi da parte. Non è un caso che il gruppo in questione abbia chiesto al sindaco di essere convocato in toto, aldilà del solo segretario Italo Gilmozzi, nelle consultazioni pre riunione del 24.

Il rimpasto non prevederebbe solo l’ingresso di uno dei due tra Panetta e Castelli, ma appunto la redistribuzione delle deleghe. Chi sostituirà la Maule non otterrà un mero taglia ed incolla delle competenze, ma entrerà in un giro più ampio. Biasioli resterà vicesindaco ma perderà la delicatissima urbanistica, anche per una gestione del Prg sino ad ora giudicata non soddisfacente.

Per fare quadrare il cerchio, finite le poltrone, arriveranno due strapuntini. Due deleghe extra giunta per accontentare i delusi. Poi il centrosinistra cittadino avrà finito gli alibi. E dovrà governare.













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