Anarchici arrestati, sit-in e scritte di solidarietà
A Rovereto prime proteste dopo l’operazione della Digos che ha portato in carcere Massimo Passamani
ROVERETO. Scritte di solidarietà con i due anarchici arrestati ieri sono comparse a Rovereto, città natale di Daniela Battisti e tuttora residenza di Massimo Passamani. Riportano le parole “Liberi tutti” e “Solidarietà agli arrestati”, su muri del centro cittadino, non di edifici storici, e sulla recinzione di un cantiere. I carabinieri le hanno rilevate stamani, e probabilmente sono state realizzate durante la notte. Un sit-in di area anarchica è invece in corso nella tarda serata sempre a Rovereto, con discorsi e slogan. Le forze dell’ordine non hanno segnalato disordini.
Le contestazioni per i due anarchici arrestati ieri in Trentino pongono uno nel ruolo di personaggio centrale, l’altro di tesoriere della presunta associazione. Il ruolo di tesoriere viene attribuito a Daniela Battisti, «accertata la disponibilità del conto e della carta di credito utilizzata per disporre delle somme accantonate per la ’cassa detenutì, cioè per l’assistenza ai compagni raggiunti da misura cautelare, o per il biglietto aereo acquistato per trasferte all’estero, ad esempio per il viaggio in Grecia di Andrea Parolari».
Per Massimo Passamani a pesare nell’accusa non solo una serie di episodi definiti di violenza, ma «una infinità di scritti pubblicati anche sul sito chiamato “Rompere le righe”, certamente riconducibili al Passamani e al sodalizio trentino». In suo possesso è stato poi trovato un manuale anonimo “Ad ognuno il suo - Mille modi per sabotare questo mondo”. L’attentato a un maso, in Trentino, viene preannunciato in un dossier, “L’università in guerra - Le connessioni tra mondo accademico, militare ed industria bellica”, distribuito in un campeggio antimilitarista, oltre che poi rivendicato.
In un opuscolo sequestrato nel corso dell’indagine, “A chi sente il ticchettio”, si legge, tra l’altro: »È importante discutere... per sperimentare insieme un progetto di lotta antiautoritaria contro l’esercito, braccio armato dello Stato e della capitale«, firmato anarchici Rovereto e Trento. Elementi insieme che al numero di episodi, alla programmazione e all’escalation di violenza fanno ipotizzare ai pm l’accusa di terrorismo.