Aluray, un triangolo di successo

Gianenrico Sordo ha brevettato innovativi supporti per pannelli fotovoltaici: ora è leader del settore


di Marika Caumo


OSPEDALETTO. Passione e ingegno, oltre a una buona conoscenza dell'alluminio. Questa è la base del successo di Aluray srl e del suo fondatore, Gianenrico Sordo, che con il "Megafix", un supporto a triangolo per ancorare i pannelli fotovoltaici da lui stesso inventato, sta per diventare il leader italiano nel settore.

Gianenrico Sordo ha 42 anni. Nato a Castello Tesino ha proseguito gli studi a Milano come perito meccanico. Qui si è iscritto ad ingegneria, ma non l'ha portata a termine: voleva cominciare a lavorare. Nel 1995, tornato a Castello, inizia a vendere alluminio per un commerciante di Trento. Nel '98 diventa agente di commercio e si fa strada nel settore come rivenditore per 2 grosse aziende venete fino ad approdare alla Pasturi srl di Brescia, leader nei profilati estrusi in alluminio. Nel 2010, quando esplode il boom del fotovoltaico, Sordo si propone presso gli installatori per la vendita di profili Pasturi.

«Per ancorare i pannelli sui tetti si usano barre in alluminio, ma mi sono accorto che c'era molta confusione. Spesso si installavano porcherie. E se per le case private ci sono supporti standard, mancavano quelli per i grossi impianti fotovoltaici da posizionare sui capannoni», spiega Gianenrico. Così disegna lui stesso "Aluhalter", sistema di due supporti per la lamiera grecata, quella che si vede sui tetti di molte strutture industriali, modificando e migliorando i supporti esistenti. «In un anno e mezzo ho fatto un boom di vendite, tanto che nel giugno 2011 ho creato una ditta individuale, facendo realizzare i supporti da un terzista, una ditta di Rovereto», aggiunge Sordo. A fine 2011, in soli 6 mesi, fattura 200mila euro. Poi l'ulteriore svolta, quella più importante. Nel 2012 inventa il "Megafix", un nuovo sistema di ancoraggio per i tetti piani. «Il problema di questi capannoni è che non puoi bucare il tetto, ci sarebbero problemi di infiltrazioni. D'altro canto se non ancori bene il vento può sollevare facilmente i pannelli - spiega -. Sul mercato non c'erano prodotti che permettevano di risolvere entrambi i problemi».

Ecco quindi che Sordo disegna dei triangoli zavorrati, 3 profili con blocchetti di cemento e carenati in modo che il vento non vi si infili: un sistema reticolare, una struttura fissa facile da montare, senza bucare. Trova subito clienti nella SolarTotal di Bolzano con cui copre i tetti della Galbani di Milano, poi con la Siat Installazioni di Roma per la copertura della Snaidero Cucine di Udine. Impianti grossi, importanti. Il 6 luglio scorso da ditta individuale diventa srl e fonda la Aluray (Alu da alluminio e Ray, che significa raggio). A fine 2012, in meno di 6 mesi, fattura 500mila euro, con oltre 100mila euro di utile. Ora l'obiettivo è portare il fatturato a 1milione di euro nel 2013, raddoppiandolo a 2 milioni nel 2014. I lavori più grossi potrebbero arrivare dall'estero.

«Dalla Romania in particolare, dove a fine novembre ho fatto una fiera (la Ro Energy, ndr). In ballo ci sono 60 Mw di preventivi, in soldoni 3milioni di euro», aggiunge. La materia prima la acquista da Pasturi, in 6 mesi 60 tonnellate di alluminio, pari a 180mila euro. «Il mio obiettivo è diventare il numero uno in Italia per gli ancoraggi su tetti piani, e ci sto riuscendo - commenta soddisfatto -. Ho in mente nuovi prototipi e oggi i maggiori rivenditori e installatori sono miei clienti, dalla Spinelli Inox di Verona a Moretti Spa di Vicenza, l'Itv Spa di Padova e giù fino a Caserta». I principali competitor invece sono stranieri, uno su tutti il colosso tedesco Schellter, a cui Sordo ha soffiato qualche commessa. Aluray ha 8 collaboratori, tra agenti di commercio, montatori e ingegneri, e sta acquistando i macchinari dalla ditta di Rovereto presso cui produce, ora in crisi. «Non ho mai chiesto contributi alla Provincia, ho fatto tutto con i miei soldi, partendo da un capitale sociale di 10mila euro», conclude. Ora quei macchinari vuole portarli in Valsugana, per creare qui una bella e giovane realtà produttiva. Sta cercando, infatti, un capannone a Pergine o Levico, più vicino a casa insomma, ad Ospedaletto, dove vive.

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