Altri 150 mila euro per divise e costumi

Destinatarie le federazioni di cori, Schützen e circoli cultural-ricreativi. La giunta provinciale: «La cultura si fa così»


di Luca Marognoli


TRENTO. Anche in tempi di crisi e di autonomia “minacciata” su più fronti da Roma (posti letto negli ospedali e sedi distaccate dei tribunali per primi), i soldi per acquistare le divise e i costumi da distribuire a cori, Schützen e circoli culturali e ricreativi la giunta di Piazza Dante li trova sempre. Forse proprio perché queste istituzioni sono considerate simboli dell’autonomia che vive nel territorio, o forse perché (ma sono i maligni a dirlo) i destinatari formano un bacino elettorale da non trascurare, soprattutto adesso che le elezioni si avvicinano.

Ufficialmente i 150 mila euro che una recente delibera ha destinato al rinnovo del vestiario di questi gruppi servono a «qualificare l’attività delle associazioni» e anche a «consentire la migliore qualità delle rappresentazioni».

Nel documento dell’esecutivo si mette l’accento sulla collaborazione che si è instaurata con le Federazioni «nel coadiuvare la Provincia nell’attività di sostegno al rinnovo della dotazione di costumi e divise, senza richiedere alcun compenso». A quella dei cori del Trentino va la fetta più grande della torta (90 mila euro) e si può capire, raccogliendo essa ben 194 formazioni: un patrimonio di storia e tradizione che viene tramandata spesso di padre in figlio e che rappresenta un’espressione concreta dell’identità montanara. Meno della metà di questa somma, 35 mila euro, viene destinata invece alla Federazione delle Compagnie Schützen del Tirolo Meridionale, da sempre nel cuore dell’assessore alla cultura Franco Panizza che è il promotore della delibera. Dietro ai cappelli piumati, in termini economici si intende, arrivano i circoli culturali e ricreativi del Trentino, coordinati dalla Feccrit, che riceve 25 mila euro.

Non tutti forse saranno d’accordo, ma per la giunta il contributo all’acquisto di divise e costumi folcloristici è «lo strumento più idoneo per perseguire gli obiettivi della legge sulle attività culturali e gli indirizzi stabiliti dalle “Linee guida per le politiche culturali della Provincia”. Queste affermano tra l’altro che «l'associazionismo culturale rappresenta una delle risorse più importanti, tanto per la produzione culturale quanto per la coesione sociale. È soprattutto attraverso l'associazionismo che i trentini “fanno cultura”, cioè partecipano alla produzione culturale e non si limitano al solo ruolo di “spettatori”».

Il sostegno all'associazionismo - precisa la giunta Dellai - «non si configura solamente come un intervento riferito all'attività culturale, ma è la leva attraverso cui garantire la manutenzione e lo sviluppo del “capitale sociale”, elemento decisivo per confrontarsi con i processi della globalizzazione». Come dire: i gruppi di volontariato culturale sono un freno all’omologazione che eliminando le differenze appiattisce anche il valore delle tradizioni. Ma l'associazionismo - viene precisato dall’esecutivo nella delibera - «significa anche coltivare la cultura dell'incontro, dell'inclusione sociale e della partecipazione».

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