Alphacan, da maggio almeno 30 lavoratori in cassa integrazione
Se entro un anno non si trova una soluzione alternativa, scatterà la procedura di licenziamento per i dipendenti
ALTO GARDA. Dal 5 maggio comincerà il trasferimento in Francia del reparto estrusione dello stabilimento Alphacan di Arco: contestualmente partirà una cassa integrazione straordinaria di dodici mesi per almeno una trentina di lavoratori (si potrebbe arrivare anche a 45, anche se, visto che la riduzione sarà progressiva, non tutti andranno a "zero ore" dal mese prossimo) e verrà formalizzata l'apertura della procedura di mobilità per 30 dipendenti per la durata del periodo di cassa integrazione: ciò significa che, se nel frattempo non avranno trovato altra collocazione o altro sbocco, il 5 maggio 2015 potenzialmente fino a 30 persone si ritroveranno senza lavoro. È quanto è emerso dall'incontro tenutosi ieri in Confindustria a Trento tra la delegazione sindacale unitaria composta dai rappresentanti di Filctem Cgil (Mario Cerutti), Femca Cisl (Marco Ravelli) e Uiltec Uil (Alan Tancredi) e la direzione, alla presenza dell'ad Lucio Luciotti.
L'obiettivo delle organizzazioni sindacali è di riuscire a ridurre il più possibile il numero di chi alla fine effettivamente verrà licenziato "contro la sua volontà", con la dirigenza che ha offerto la propria disponibilità a definire uno specifico piano sociale concordato finalizzato alla gestione degli esuberi, con un impegno particolare volto a ricercare tutte le soluzioni utili ad abbattere o comunque ridurre gli effetti dell'esubero stesso (cercando "volontari" disposti a cambiare percorso professionale e ricorrendo alla mobilità interna o di gruppo e agli incentivi all'esodo soprattutto per chi è vicino alla pensione) entro il prossimo faccia a faccia. Si è parlato anche della prospettiva di completare il piano di investimenti al fine di potenziare la logistica, i servizi e la capacità produttiva del reparto rivestimento. La visita di una delegazione brasiliana in particolare ha offerto possibili sviluppi positivi sul fronte ordinativi, dopo un marzo problematico per tutto il gruppo.
«La disponibilità dell'azienda a definire assieme a noi un piano sociale per la gestione degli esuberi - commenta Mario Cerutti della Filctem Cgil - è, senza dubbio, un aspetto importante per trovare le soluzioni migliori. Al tempo stesso, la conferma del piano di investimenti conferisce una prospettiva futura più marcata».
«Riteniamo opportuno - aggiunge da parte sua Marco Ravelli per Femca Cisl - parlare già di incentivi all'esodo per poter dare la possibilità di uscire in tempi brevi. L'obiettivo comune è far uscire dall'azienda le persone vicine alla pensione e le persone che non si opporranno all'eventuale licenziamento. La grande preoccupazione però è sull'avvenire. Senza l'estrusione difficilmente ci sarà un grande futuro nello stabilimento: questa perplessità dilaga tra le maestranze. Vogliamo quindi anche garantire nel migliore dei modi le persone che rimarranno in azienda». «Sul numero totale di trenta esuberi - sottolinea Alan Tancredi di Uiltec Uil - purtroppo non c'è niente da fare. La situazione rimane "a perdere", ma ora dobbiamo lavorare per ridurre il numero di chi effettivamente si ritroverà "senza paracadute"».
Nel prossimo incontro la direzione aziendale dovrebbe arrivare con un piano indicando i numeri precisi delle persone in cassa integrazione, i tempi e gli incentivi all'esodo.
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