Alle Albere un Museo dell’Autonomia
L’idea di Panizza: mostra permanente di video e documenti a cura della Fondazione Museo storico. Ma anche opere d’arte
TRENTO. Un Museo dell’Autonomia. E già questa è una novità. Da collocare a Palazzo delle Albere. Ed è la seconda, forse quella principale. Da inaugurare entro la fine della prossima primavera, in contemporanea con l’apertura del Muse. E siamo a tre. L’assessore provinciale alla cultura Franco Panizza ha scelto ieri mattina la cornice delle Gallerie di Piedicastello, dove si trovava per un forum sull’Euregio e i quarant’anni del secondo Statuto (vedi riquadro a destra), per rivelare una dietro all’altra una serie di notizie inattese. Che ridisegnano in maniera sorprendente il futuro del palazzo cinquecentesco. Chiusa da tempo per lavori di ristrutturazione, la dimora estiva dei principi vescovi attende da tempo una ricollocazione dell’assetto museale cittadino (ma anche provinciale, trattandosi di una sede del Mart). Ora dal cilindro di Panizza ecco spuntare la soluzione. Che, va detto, è ancora a livello di progetto, da concordare con le parti interessate: appunto il Mart, il Muse e soprattutto il Comune di Trento (vedi in basso).
Il progetto però c’è, Panizza l’ha messo sul tavolo. E parte da un presupposto preciso: la volontà di valorizzarlo prima di tutto come edificio storico, a partire dagli affreschi, oggi ancora coperti dagli allestimenti. E proseguendo con gli interventi di restauro, in primo luogo lo sbarrieramento: con l’installazione cioè di un ascensore all’intero della torre meno pregiata dal punto di vista architettonico. E poi i nuovi impianti, la rimozione della pavimentazione con passatoie e appunto delle pareti interne, che non saranno più alte fino al soffitto, lasciando così visibili gli affreschi. Il tutto dunque per riportare alla luce il valore del palazzo in se stesso, con particolare attenzione alla facciata est e ai suoi finestroni con vedute sulla città. Sì, perché a servizio del vicino Muse verrà realizzato come noto un sottopasso pedonale che collegherà i due musei a via Madruzzo e ai Tre Portoni, a due passi da piazza Fiera. Musei che diventeranno così la porta della città e del centro storico per chi proviene dal Lungadige e dal nuovo quartiere in costruzione all’ex Michelin. Sottopasso della cui costruzione non c’è ancora traccia, è vero, ma i permessi da parte delle Ferrovie dello Stato (sotto ai cui binari passerà l’opera) sarebbero già stati ottenuti. Ed è ciò che più conta.
In che cosa consisterà concretamente il Museo dell’Autonomia? Sostanzialmente sarà un luogo in cui conservare documenti e reperti degli ultimi cento anni dell’Autonomia, a partire dalla Grande Guerra, ma è ovvio che il progetto è ancora da mettere a punto. Sarà comunque un allestimento permanente, con immagini, testi e documenti, soprattutto per quanto riguarda l’iter delle principali tappe che hanno portato all’approvazione del Secondo statuto. Un percorso ovviamente poco costoso, visti i tempi che corrono. A tutto questo sta già lavorando la Fondazione Museo storico, forte dell’esperienza del percorso “Storicamente Abc” e delle molte altre esposizioni allestite alle Gallerie di Piedi castello. Storia raccontata anche attraverso installazioni multimediali, dunque, in un percorso facilmente leggibile e fruibile anche dai più giovani, oltre che ovviamente dai visitatori da fuori provincia. Che in molti casi poco sanno delle complesse vicende storico-politiche dell’Autonomia. Ma non solo. Nel futuro museo dovrebbero infatti poter trovare spazio anche opere di artisti locali particolarmente significativi. Se il progetto avrà un seguito, vedremo tutto questo a fine primavera, quando aprirà il Muse. E magari con una sorpresa in più: l’inaugurazione delle rinnovate Albere con la grande mostra “Dalla crisi di fine Ottocento a D’Annunzio”, aperta il il 4 novembre scorso al Vittoriano di Roma che la ospiterà fino al 6 gennaio 2013.
©RIPRODUZIONE RISERVATA