All’ospedale di Rovereto si partorirà in acqua

La novità è stata prevista nel progetto di ristrutturazione del reparto di ostetricia e ginecologia



ROVERETO. L’ospedale di Rovereto si rinnova, ogni giorno. Piccole modifiche, ristrutturazioni di divisioni e nuovi macchinari, sempre più moderni e sofisticati. E’ una sorta di piccola città che cambia pelle, lentamente ma sempre con grande oculatezza. Fra qualche mese, un importante ammodernamento riguarderà il reparto di ostetricia e ginecologia (coordinato dal primario Marco Ioppi, responsabile anche del dipartimento materno infantile). Fra le novità più importanti del progetto di riqualificazione - conferma il direttore generale Giuliano Mariotti - sarà l’allestimento, all’interno di una delle tre nuove sale parto, di una vasca per permettere alle mamme di partorire in acqua per sfruttare i benefici durante il travaglio delle partorienti.

Una novità assoluta per Rovereto. Il primo parto avvenne, sempre grazie al primario Ioppi, all’ospedale di Riva nel 1996. Il servizio funziona anche al Santa Chiara. E presto sarà possibile anche al Santa Maria del Carmine. «Nel progetto di ristrutturazione del reparto, che per noi rappresenta una quotidianità - spiega il direttore generale Mariotti - è inserita anche una vasca per il parto in acqua». Il progetto esecutivo è già in mano agli uffici tecnici dell’azienda sanitaria provinciale, ma non è ancora stata individuata la ditta che dovrà mettere mano all’importante unità operativa. Il finanziamento della ristrutturazione era già stato concesso dalla giunta provinciale e dall’assessore competente, Ugo Rossi. Ma allo stato dell’arte manca ancora la data di avvio del cantiere. «Nel secondo semestre del 2012 ci sono state delle variazioni finanziarie, che si sono riflesse anche su finanziamenti a livello provinciale, ma al momento non saprei dare con certezza la data d’avvio dei lavori». Il progetto, con bando europeo, prevede una ristrutturazione degli spazi e dei percorsi di ostetricia e ginecologia, «durante i lavori saranno previsti degli spostamenti, ma il programma di adeguamento strutturale del reparto, come ha giustamente anticipato il dottor Ioppi, sarà importante».

Venendo alla più stretta attualità, con la chiusura del punto nascite dell’ospedale San Camillo di Trento «è probabile che ci sarà un aumento di richieste al nostro reparto, ma al momento questo fenomeno non lo percepisco», conferma il direttore Mariotti. Quanto ad un possibile potenziamento del personale, il direttore Mariotti spiega che «eventualmente lo dovremo concordare con la direzione centrale». Un potenziamento che, come ci aveva già anticipato il primario del reparto, sarà comunque necessario al momento dell’avvio della vasca per permettere il parto nell’acqua con personale specializzato. (n.f.)

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