«Alberi abbattuti per la ciclabile tra Povo e Villazzano? Sarebbe uno squallido percorso sotto il sole cocente»
L’ira di Ottone Taddei, difensore del verde: «Il patrimonio verde pubblico, è sempre più irrinunciabile e necessario»
POVO. Dovrebbe essere una questione prettamente ambientale quella che riguarda l’abbattimento degli alberi che si trovano sul tracciato della ciclabile che verrà realizzata tra Povo e Villazzano. Ed invece rischia di diventare una questione politica col centrosinistra, seppur non compatto, favorevole all’abbattimento ed il centrodestra contrario.
Sul destino degli alberi interviene Ottone Taddei ,che oltre che studioso e profondo conoscitore è anche un difensore del verde cittadino. Per Taddei dopo che sin dagli anni cinquanta si è dato spazio ad uno sviluppo edilizio incontrollato, è logico che oggi la realizzazione delle ciclabili non possa più interessare solo il fondovalle, ma che possa avere uno sviluppo collinare ed un domani anche montano.
La conseguenza è però quella di un riassetto viario che spesso è a scapito dell’ambiente o prevede dei limiti di utilizzo delle biciclette perché lo spazio è minimo: “In effetti succede e fino a che lo scopo dell’operazione resta quello di favorire un mezzo ecologico come la bici, non sembra esservi nulla di male nel sottoscrivere l’espansione di una rete viaria ove le bici possano transitare in tranquillità e sicurezza, a discapito di qualche ettaro di terreno prima intonso. Ma quando nel farlo si cominciano a sacrificare elementi ecologici e paesaggistici di fondamentale importanza come gli alberi, secondo me s'è perso il lume della ragione, specialmente della ragione fondante la fattibilità di tale progetto. Innanzitutto, non s'è capito il veicolo: la bicicletta due ruote sottili, larghezza massima complessiva con guidatore a bordo, un metro scarso. Esso rappresenta l'adattabilità alle situazioni di tragitto seconda solo al camminare, uno dei motivi che fanno della bicicletta il veicolo più diffuso al mondo, quell'adattabilità alle situazioni che induce quel senso di libertà tanto amato dagli appassionati delle due ruote. A quanto pare e contrariamente alla logica, sono in vigore rigidi protocolli costruttivi in termini di misure che sono adottate senza eccezione nella costruzione delle ciclabili”.
Come nel caso della ciclabile Povo – Villazzano nel tratto di Via Castel di Pietrapiana: “All’altezza del campo sportivo, si prevede di abbattere tutto il filare di bagolari adulti, prosperanti ed in piena salute (condizione non comune..!). Questo magari per questione di manciate di centimetri, ove misurata la larghezza della strada, del marciapiede pedonale e della ciclabile, e volendo mantenere tutte le misure, si decide che non si può modificare nulla e che invece gli alberi vadano tagliati. Non si dà alcuna importanza alla necessità di mantenere il patrimonio verde pubblico, oggi sempre più irrinunciabile e necessario, dando invece priorità al mantenimento degli standard dimensionali dei manufatti, senza alcuno sforzo di adattare un’esigenza – la realizzazione della pista – con quella della preservazione di un prezioso filare arboreo. Questo fatto non depone affatto bene per la pubblica amministrazione che testardamente intende portare a termine questa mezza “cattedrale nel deserto” costi quel che costi, anche in termini di favore dell’opinione pubblica e delle comunità locali”.
Quando era in prima linea contro la ciclabile del Parco di Gocciadoro invitò più volte politici, tecnici ed amministratori. Lo farà anche questa volta? “Certo, vorrei invitare sul posto qualche responsabile del progetto e vedere tutti insieme se davvero non si possa rinunciare a qualche centimetro per accomodare strada, marciapiede e pista ciclabile lasciando in loco lo splendido filare, che fra l’altro incoraggerà più avventori della pista stessa all’utilizzo, grazie al sollievo dell’ombra offerta a metà strada. Senza gli alberi, sarà uno squallido percorso sotto il sole cocente, non sarà invitante e già non lo è in quanto, nel tratto completato, non transita nessuno”.