Aggredito e derubato in casa nella notte

Terrore a Borgo: «Erano in due, incappucciati, mi hanno strappato la catenina e sono scappati. Mai avuto così paura»


di Marika Caumo


BORGO. «Non ho mai avuto così paura in vita mia». A parlare è Sergio Agostini, 54 anni, noto gestore del bar Esso in via Roma, sulla vecchia statale. Sul suo collo ancora i segni della colluttazione con i due malviventi, incappucciati, che nella notte di ieri sono penetrati nel suo appartamento, al quarto piano di una palazzina in Via Roma, poco distante dal suo locale e dal distributore di carburante.

«Erano le 2.30, stavo dormendo, quando ho sentito dei rumori, una specie di “cric-cric“, come se sforzassero la porta d'ingresso. Ho anche pensato a degli uccelli sul tetto, stando io in mansarda», racconta. Ancora assonnato Sergio accende la luce della camera e apre la porta. Neanche il tempo di uscire sul corridoio che si trova davanti due uomini col passamontagna in testa. Sono di statura piccola, magrolini. Il corridoio è buio, uno di loro aveva in mano una pila. «Entrambi indossavano dei guanti, quello davanti mi ha subito bloccato e mi ha messo le mani al collo per togliermi la catena d'oro e mi ha strappato la maglietta - continua Sergio -. Non sentivo più il corpo, non riuscivo a reagire, avevo paura che tirassero fuori il coltello. Ho iniziato a gridare, a dirgli che aspettassero, che gliel'avrei data la collana, il tempo di sganciarla». Si alza anche la compagna di Sergio, Vanessa. Ha ancora il terrore negli occhi. «Non sapevo che fare, sono uscita e ho iniziato ad urlare, dicevo loro di lasciarlo», racconta. Ma il ladro continua a tirare la collana, nel tentativo di spezzarla. E Sergio cerca di aiutarlo, tirando a sua volta. Al contempo con un braccio fa leva sulla cornice della porta, per non uscire fuori e non lasciare entrare i ladri, e Vanessa aggrappata a lui per dargli una mano. Finalmente la grossa catena, 180 grammi di peso, a cui sono agganciati due anelli, anch'essi d'oro, si spezza e resta in mano al malvivente mentre gli anelli cadono a terra. «In quel momento ho acceso la luce del corridoio, uno dei due si è chinato per raccoglierli e sono scappati giù per le scale», continua Sergio. In tutto sarà passato un minuto, forse meno. Ma per Sergio e Vanessa quei secondi sono stati lunghissimi. Le loro urla hanno svegliato anche le altre famiglie della palazzina. In uno degli appartamenti abita la figlia col marito, subito saliti per vedere cosa era successo. Ma i due uomini avevano già attraversato la statale, la ciclabile e il fiume Brenta, sparendo tra i prati. Probabilmente con loro c'era una terza persona, a fare da “palo”. Immediata la chiamata ai carabinieri della stazione di Borgo. Con molta probabilità si tratta degli stessi malviventi "incappucciati" che nelle scorse settimane sono entrati in case e appartamenti dell'intera Valsugana, Pergine, Levico, Novaledo, Ronchi, Castelnuovo fino a Scurelle. Durante l'incursione a casa di Agostini non hanno pronunciato parola, di certo sono di carnagione bianca. Prima di aggredire l'uomo, i due erano riusciti a rovistare nella borsetta di Vanessa e in qualche cassetto, ma non hanno trovato nulla.

«Mi è andata bene, certo ho questi lividi e mi hanno rubato la catenina, ma se penso a cosa sarebbe potuto succedermi mi ritengo fortunato», conclude Sergio. E se il dolore fisico passa è quello dentro, il sentirsi indifesi e violati a casa propria, che resta e sarà difficile cancellare.

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