Addio Valdastico, soldi per il territorio

Delrio: «Attenzione a chi ha progetti pronti». E loda il Trentino: «Voi siete l’opposto dell’autonomia cialtrona»


di Chiara Bert


TRENTO. Non sarà un caso, fa notare l’assessore provinciale Mauro Gilmozzi, che di Valdastico nell’incontro con il ministro Delrio «ieri non si è neanche fatto un cenno». Con i vertici della Provincia, in primis il governatore Ugo Rossi, Graziano Delrio ha invece parlato di risorse per la difesa del territorio, e qui il Trentino può ragionevolmente sperare di ottenere da Roma qualche finanziamento per la messa in sicurezza in particolare della città di Trento.

È una breve visita quella del ministro delle infrastrutture, arrivato a Trento per l’inaugurazione della nuova sede dell’Itas assicurazioni, che basta però a rinsaldare il legame di amicizia che Delrio vanta con il Trentino. Sbarca alle Albere a bordo di una Renault Laguna, scorta a debita distanza, a conferma di uno stile sobrio che lo ha sempre contraddistinto, e saluta con affetto soprattutto il sindaco Alessandro Andreatta che conosce bene dai tempi in cui era sindaco di Reggio Emilia e poi presidente dell’Anci.

Con Ugo Rossi, il vicepresidente Alessandro Olivi e Gilmozzi il breve confronto è all’ora di pranzo a Casa Itas, dopo l’inaugurazione. Si parla anche di politica, delle imminenti elezioni regionali che saranno un banco di prova per il governo e di quelle comunali in Trentino, dove il Pd punta a confermarsi nei principali centri e dove nel capoluogo Dellai tiene a battesimo il suo nuovo Cantiere civico democratico.

Dopo aver seguito da sottosegretario alla presidenza del consiglio la lunga trattativa finanziaria tra le Province di Trento e Bolzano e il governo, Delrio torna a Trento da neoministro delle infrastrutture dopo lo scandalo che ha portato alle dimissioni di Maurizio Lupi, che era un grande fautore della Valdastico Nord voluta dal Veneto. «È una questione annosa, con il presidente c’è un confronto costante, vedremo», risponde il ministro alla domanda. E quando gli si fa notare che la tratta è però uscita dall’elenco delle opere prioritarie del governo, la risposta è questa: «Le opere in legge obiettivo saranno sempre di meno come numero, questa è la scelta del governo, di usare l’ordinarietà. Se tutto diventa grande opera nessuna è grande opera. Le grandi opere sono i grandi corridoi, i grandi porti e i grandi aeroporti. Queste sono le infrastrutture strategiche per il Paese, non si può fare di ogni piccolo intervento un modo per eludere le procedure normali di gara». Con Delrio Rossi e gli assessori discutono invece di A22 (ne parliamo nella pagina dell’economia) e di difesa del territorio. «Abbiamo ragionato di questo - conferma il ministro prima di ripartire - il governo ha un piano per il dissesto idrogeologico in cui mette importanti risorse. Chi ha i progetti pronti e cantierabili sicuramente avrà un’attenzione». Per Gilmozzi è «un segnale positivo»: «Noi opere cantierabili ne abbiamo per 90 milioni, quelle che abbiamo identificato come prioritarie valgono circa 40 milioni». In cima alla lista c’è la messa in sicurezza della città di Trento con lo svuotamento del bacino di Stramentizzo ma anche il consolidamento degli argini dell’Adige. A seguire l’Avisio e il Brenta a Borgo Valsugana.

E mentre le autonomie speciali restano sotto attacco anche da ambienti Pd, Delrio loda il Trentino: «C’è un’autonomia cialtrona che chiede e non sa usare le risorse e c’è invece chi, come voi, si merita un pregiudizio positivo per come sa amministrare l’economia, accompagnare le imprese e leggere il futuro. La vostra storia dimostra responsabilità. Siete più ricchi e date un contributo importante al bilancio dello Stato».

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