Addio dei gesuiti alla città. «Ma continueremo il lavoro»
Trento, la decisione è stata comunicata ai quattro padri con una lettera del Provinciale. 08Il vescovo Tisi: «La vostra salutare “provocazione” resterà come un faro per noi»
TRENTO. L’annuncio ha colto tutti di sorpresa: i gesuiti lasciano Trento. Presenza storia legata alla Fondazione Sant’Ignazio, i padri non saranno più stabilmente in città ma, promettono, il legame non si spezzerà, ma sarà costantemente alimentato. «Torneremo qui - ha spiegato padre Alberto Remondini - tutto il tempo necessario per proseguire il nostro lavoro apostolico». Ma perché i gesuiti lasciano la città? Lo spiegano proprio i padri Livio Passalacqua, Mario Marcolini, Alberto Remondini e Leone Paratore: «In questi giorni abbiamo ricevuto dal Provinciale la lettera con la comunicazione della decisione dello scioglimento della nostra comunità religiosa: è una decisione dolorosa ma non completamente inaspettata, perché la nostra comunità era stata approvata, ma solo ad experimentum, per gli ultimi tre anni. Questo scioglimento si inserisce nel progetto di ridimensionamento del numero delle nostre presenze comunitarie anche in vista della nascita della nuova Provincia dei Gesuiti che comprenderà, da luglio, oltre l’Albania, anche Malta, con nuovi statuti e governance, chiamandosi Provincia Euro-Mediterranea. Noi gesuiti andremo via da Trento, ma continuerà l’opera, la Fondazione sant’Ignazio, che viene considerata un modello apostolico importante ed efficace per la realtà trentina e di riferimento anche per altre realtà italiane. Ben consapevoli che questa notizia potrà portare dolore e sconcerto, confidiamo nella collaborazione in spirito di fede per il bene della continuità dell’opera, che la Compagnia si impegna a sostenere con una presenza continua anche se in forma non residenziale». «Lo scioglimento della vostra comunità ci rende tutti più tristi. A voi, fratelli gesuiti, voglio rivolgere un grande “grazie” per il bene che avete fatto in tanti anni, anticipando i tempi di una Chiesa in uscita, coraggiosa e profetica». Così l’arcivescovo Lauro. «Vi salutiamo – aggiunge - con una promessa: la salutare provocazione generata dalla vostra presenza rimarrà, attraverso la Fondazione sant’Ignazio, come un faro per la nostra comunità».